“Il rapporto – ha detto Rossi – fornisce un’analisi preoccupata e dolorosa della realtà toscana. Una realtà economica e sociale dolorosa. Ma questa realtà si può combattere, come del resto ci insegna la storia della Toscana negli ultimi 10 anni. Questo grazie agli asset di cui disponiamo e che in questi anni si sono distinti nella conquista dei mercati internazionali, grazie alla loro qualità. Disponiamo di tanti settori innovativi accanto ai quali però spiccano alcuni distretti storici come yacht e cantieristica navale, la farmaceutica, il cartario, la moda, l’agroalimentare, l’orafo, il marmo, la camperistica. Tutti con le proprie criticità attuali ma tali da rendere la Toscana una regione forte. Senza trascurare la capacità di attrazione degli investimenti per la quale siamo diventata la prima regione italiana”.
La spinta per uscire da questa situazione complicata, resa ancor più difficile dall’emergenza sanitaria, può arrivare dagli investimenti. “Occorre passare – ha sottolineato Rossi – da una media annua di 2 miliardi a una di 5/6. È del resto la richiesta che feci una anno fa, siglando il patto per lo sviluppo: accelerare la spesa in sanità, quella per l’assetto idrogeologico, per la scuola, per le infrastrutture come la Tirrenica, completare il porto di Piombino e rilanciare la produzione di acciaio, sviluppare il porto di Livorno e l’aeroporto di Firenze. Insomma sbloccare tante opere attualmente ferme. Solo con gli investimenti il Pil potrà riprendere a salire e si potrà garantire lavoro a chi lo ha perso in questi mesi ed evitare così di dare sfogo alla rabbia sociale”.
Ovviamente lo Stato dovrà fare la sua parte permettendo alle Regioni di spendere. “Ci sono i soldi che potrebbero arrivare dal Mes (2,3 mld a interessi zero per la Toscana), dal recovery fund (a fondo perduto), quelli legati ai prestiti: una massa ingente di denaro e che andrà a sommarsi a quelli del bilancio Ue legati al nuovo settennato. È indispensabile che lo Stato smetta di distribuire denaro a pioggia, con un assistenzialismo generico, ed indirizzarli verso chi fa investimenti e crea occupazione. Oltre a garantire un reddito minimo a chi è a casa e deve poter sopravvivere. Ho fiducia in questa regione e le crisi precedenti, recenti, hanno dimostrato che abbiamo saputo crescere, stando al passo delle regioni del nord. Lavoro, sviluppo e occupazione sono i punti fondamentali”.