Le loro mura sono ancora istoriate dalle scritte dei detenuti che vi erano reclusi centinaia di anni fa, ma le antiche prigioni che i Medici fecero costruire alla fine del Cinquecento agli Uffizi si preparano adesso a ospitare gli uffici amministrativi e tecnici del museo. Il nuovo centro, grande 1120 metri quadrati, è pronto: si trova nella zona affacciata sull’Arno del braccio di levante del complesso vasariano – dove ci sono anche le ex prigioni medicee, in parte ricavate in una torre medioevale – ed in un edificio adiacente, che, nel Settecento, ospitava la guardia dei Granduchi di Lorena, i Veliti.
I lavori di adattamento della struttura, che avrà come ingresso principale un portone attribuito all’Ammannati, sono pressochè completati, e già adesso negli attuali uffici degli Uffizi si stanno facendo gli scatoloni: i primi trasferimenti avverranno entro la fine di giugno, proseguendo poi per altri due mesi circa.
“L’accorpamento dei nostri uffici amministrativi e tecnici in due edifici adiacenti, connessi da un passetto, creerà sinergia, semplificazione e maggior rapidità nei nostri processi lavorativi – ha spiegato il direttore delle Gallerie degli Uffizi Eike Schmidt, durante il sopralluogo tenuto insieme al Curatore del Patrimonio architettonico degli Uffizi Antonio Godoli – ad integrazione dei nuovi moduli per il lavoro a distanza, introdotti con il recente lockdown. L’architettura organizzativa creata in questi quattro anni trova ora applicazione anche negli spazi fisici degli uffici. Ma oltre all’aspetto funzionale, c’è da considerare il progetto che ha determinato questi spostamenti: infatti la parte dell’edificio dove finora si trovavano gli uffici, nei prossimi mesi verrà inglobata nel cantiere dei Nuovi Uffizi, e in futuro sarà adibita a varie attività per il pubblico”.
Schmidt ha commentato anche la riapertura degli Uffizi, che sta andando molto bene. “Nell’ultimo fine settimana abbiamo registrato un ulteriore crescita del 24%, quindi più di 10mila visitatori per le tre realtà museali, ovvero Uffizi, Palazzo Pitti e Giardino di Boboli” ha detto stamani Schmidt.
“Direi che meglio di questo non si poteva sperare – ha aggiunto Schmidt – anzi, le nostre speranze sono state superare dai numeri veri e si vede che insieme all’apertura degli Uffizi, è ripresa subito tutta l’attività economica di Firenze. La nostra speranza è che gli Uffizi, grazie all’esperienza vissuta, diventino sempre di più un motore dell’economia della periferia e del paesaggio di Firenze, e di tutta la Toscana”.