In quanti si sono emozionati vedendo la natura che si riappropria degli spazi in questo periodo nel quale siamo forzati dentro casa? Le papere a Fiumetto a due passi dal Forte dei Marmi camminano in fila una all’altra attraversando sulle strisce pedonali, una famiglia di anatre si è presentata davanti ad una farmacia nella periferia di Firenze e ancora immagini più selvagge arrivano dai viali a mare o direttamente dalla spiaggia dove giovani daini corrono finalmente liberi dal timore della presenza umana.
E torna anche per noi – dentro le quattro mura di casa – la voglia di entrare in contatto con quella natura a volte troppo distante dalla vita quotidiana. Ci immedesimiamo nella ritrovata libertà degli animali, nel rifiorire della natura che come ogni primavera si prende la sua rivincita. Eppure la natura è sempre stata pronta a mostrarsi nelle sue infinite sfaccettature, basta saper entrare in contatto con lei, senza calpestare i suoi equilibri.
Ci sono delle aree protette nelle quali ormai gli animali si sono abituati alla presenza dell’uomo, ospite silenzioso del loro habitat. Accade anche nel Padule di Fucecchio, la più grande palude interna italiana sopravvissuta alla bonifiche storiche: si trova a cavallo tra le province di Firenze e Pistoia, per una superficie di 2 mila ettari. Un’oasi di ricchezza naturale assoluta, con piante ed animali rari. Qui è possibile osservare grazie al birdwatching oltre 250 volatili nel corso dell’anno.
Una visita in questa zona al centro della Toscana diventa un’immersione nella natura senza precedenti, soprattuto se si attraversa il padule dall’acqua, con una gita di oltre due ore che parte dal “Porto Casin del Lillo” a Ponte Buggianese (ma c’è un altro punto di imbarco dal “Porto Casotto del Sordo” a Fucecchio).
Da questo primo punto i barcaioli diventano le migliori guide per attraversare la riserva naturale de Le Morette ed arrivare al Casotto del Biagiotti, oggi osservatorio faunistico. Attraverso le feritoie schermate all’interno della struttura – si possono osservare i comportamenti degli animali. Di fronte all’osservatorio – in primavera ed in estate – è possibile intravedere sugli arbusti emergenti dal padule le ‘garzaie’ che ospitano i nidi degli aironi. La presenza della fauna cambia però in autunno quando questa zona è popolata da anatre, folaghe e altri uccelli acquatici.
Un percorso sulle vie dell’acqua che avrebbe appassionato gli amanti della pittura en plein air per la rifrazione della luce, per i colori che si intensificano quando il sole volge al tramonto, per le forme che non sono mai uguali. Nessun rumore che non sia quello della natura, del vento che muove i canneti, dei volatili che si mimetizzano e poi prendono il volo, si specchiano nella palude, si riposano, riprendono quota.
A rendere piacevolmente romantica la gita sono poi i racconti dei barcaioli, mentre affondano i remi nelle acque del bacino palustre, muovendole appena. Il tempo umano si rarefà, si dilata, acquista dimensione nuova. Si uniforma a quello della natura. Mentre la luce del giorno si spenge nell’acqua è il momento di rientrare al piccolo porto e lasciare al padule il meritato ristoro della sera.