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Screening di massa. I medici di famiglia potranno prescrivere i test sierologici

Entro fine giugno si arriverà a quota 500 mila test Rossi: ‘Testare quanto più possibile la popolazione’. Solo 400 in isolamento negli alberghi sanitari, il governatore: ‘il 25% dei contagi avviene in casa’

test sierologico

La Toscana è stata la prima regione ad utilizzare i test sierologici e oggi il governatore Enrico Rossi rivendica quella scelta quando – spiega – ‘tutti mi redarguivano dal farlo‘. Non solo, il presidente ha spiegato da Palazzo Sacrati Strozzi che ha intenzione di allargare sempre di più la platea delle categorie di lavoratori che possono accedere gratuitamente al test. Ad oggi i dati dicono infatti che risultano 50 positivi (confermati da tampone) ogni 10 mila test effettuati. L’obiettivo dunque – dice Rossi -è quello di estendere sempre di più le analisi, così da individuare i positivi ed agire come da protocollo. Di fatto uno screening di massa che potrebbe portare entro giugno a 500 mila i test effettuati. Finora ne sono stati eseguiti 120 mila tra personale sanitario, personale Rsa e forze dell’ordine.

Oltre a questo il governatore ha ricordato che in questa fase diventerà fondamentale il ruolo del medico di famiglia, di fatto la prima porta di accesso al servizio sanitario. L’idea – di concerto con la categoria (fermo restando che il medico di famiglia può richiedere il tampone nel caso di sospetto contagio del paziente) è quella di dare la possibilità al medico di base di prescrivere il test seriologico, come qualsiasi altro prelievo del sangue.Una nuova procedura al concreto vaglio degli uffici regionali che potrebbe consentire di monitorare in maniera ancora più puntuale l’andamento della pandemia nella popolazione toscana.

La ricetta per contrastare il virus secondo Rossi è chiara: ‘testare quanto più possibile la popolazione e poi – nel caso – immediatamente trattarla con isolamento e quarantena e tracciare tutto ciò che è avvenuto, così da avere dei dati che ci consentano di valutare costantemente la situazione’.

E proprio riguardo al tracciamento il presidente ha ricordato la app #acasainsalute messa a punto dal dipartimento sanità della Regione e che ha fatto da apripista in Italia.

“Questa app ci è stata chiesta da altre regioni – ha ricordato Rossi – e noi l’abbiamo regalata e messa a disposizione. Uno strumento fondamentale che ci permette di fare monitoraggio’.

Riguardo invece al contenimento del virus in Toscana Rossi si è detto soddisfatto delle scelte fatte sin da inizio emergenza, anche per la salvaguardia degli ospedali, prevedendo tamponi in entrata nelle strutture ospedaliere.

Altro dato di non poco conto – infine – è quello legato ai contagi. Il 25% avviene in casa. Questo sta facendo riflettere il presidente, soprattuto per i dati che hanno riguardato la scelta dei toscani positivi al virus di passare la quarantena a casa o in un albergo sanitario. Su 4 mila contagiati in isolamento domiciliare, solo 400 hanno scelto l’albergo. ‘Questa è una questione apertissima – chiosa Rossi – Ci stiamo ragionando, anche a livello giuridico, una volta per tutte’.

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