Chi può metta, chi non può prenda. È questo il motto solidale in cui ci si può imbattere in questi giorni difficili percorrendo le strade deserte di Firenze e che accende un po’ di speranza: il Coronavirus ha svuotato le grandi piazze e i lungarni della città ma non ha spento lo spirito di generosità dei suoi abitanti, anzi.
Sono tantissimi i cesti della solidarietà che si trovano agli angoli delle strade o davanti ai negozi, ciascuno con il suo cartello che invita appunto chi ha la possibilità a donare qualcosa e chi ha bisogno a prendere.
Negli scatoloni si trovano così pacchi di pasta, confezioni di pelati o di legumi e carne in scatola ma anche biscotti, zucchero, marmellata, latte e persino qualche mascherina cucita a mano. Un aiuto piccolo per chi regala ma magari importante per chi lo riceve: sono tante infatti le persone in difficoltà in questo momento, perché magari rimaste senza lavoro a causa dell’emergenza sanitaria.
In Oltrarno chi volesse partecipare alle donazioni può approfittare del cesto in via del Campuccio e di quello in via dei Serragli, posizionato dal gruppo Sostegno alimentare San Frediano che come spiega uno dei suoi membri, Flora Missoni, vuole “creare una rete di famiglie da aiutare settimanalmente nel quartiere, una rete che duri nel tempo e spinga anche le persone ad aiutarsi a vicenda.”
“Siamo tra i primi ad aver lanciato questa iniziativa in città, insieme ad altri gruppi come i Bianchi di Santo Spirito – continua Flora – stiamo aiutando famiglie che non hanno più soldi adesso neanche per comprare da mangiare, ma anche anziani e immigrati. A donare sono soprattutto persone comuni ma anche i piccoli negozi come i forni che ci danno il pane invenduto.”
Da due settimane si può trovare una scatola della generosità anche in Piazza San Jacopino, proprio sotto la pensilina della fermata dell’autobus, grazie all’iniziativa del Comitato Cittadini Attivi San Jacopino. “Siamo venuti a sapere che c’erano dei residenti nel quartiere che non riuscivano più a fare la spesa – racconta il presidente del comitato Simone Gianfaldoni – e così abbiamo deciso di aiutare per quanto era possibile e abbiamo messo la scatola: grazie al passa parola ci sono state tante donazioni e in pochi giorni la scatola che era piena di alimenti di vario tipo si è svuotata. Sono piccoli gesti ma importanti, in questo momento dobbiamo tutti aiutarci”.
sfoglia la galleryUna cesta è apparsa anche in piazza Principe di Machiavelli, vicino a via Forlanini, grazie stavolta all’Associazione Piazza San Donato. “L’idea è nata da una mamma che abita proprio a due passi dalla piazza in cui è stata posizionata la cesta, sulla scia di quello che sta succedendo in altre parti d’Italia – spiegano i volontari dell’associazione – ora la scatola è sempre piena, perché decine di persone stanno partecipando all’iniziativa e tante altre ne stanno usufruendo. Volevamo venire incontro a chi, a causa dell’emergenza Covid-19, non riesce neanche più a mettere insieme il pranzo con la cena.”
Ma non finisce qui. Altri cesti solidali sono stati avvistati a Gavinana, per la precisione in via Datini, anche in questo caso sotto la pensilina della fermata del bus, ma anche in piazza Alberti di fronte al distributore della benzina. E ancora al Panificio Sara, davanti al Giardino dell’Orticoltura, e sempre alle Cure in via Sacchetti al negozio di alimentari Pepita & Grano, mentre in via San Niccolò è spuntata una scatola di legno per le donazioni nel dehors del bar Il Rifrullo.
Tante iniziative per condividere e restare vicini almeno con il pensiero, in un momento in cui la pandemia ci vuole isolati gli uni dagli altri: donare è un gesto anche per sentirci meno soli.