Con 19mila posti barca la Toscana si posiziona ai vertici nazionali subito dopo la Liguria, con quasi 24mila posti barca, e la Sardegna, con quasi 19.500. Una rete, quella dei porti nella nostra regione, distribuita lungo 578 chilometri di costa, a presidio delle funzioni di accoglienza del turismo nautico, dalla nautica sociale-ricreativa al diportismo di alta gamma, che insieme alla filiera produttiva del diporto costituiscono la parte più rilevante dell’economia del mare della Toscana.
Questi alcuni dei dati emersi nel corso della presentazione in forma di webinar del Rapporto di aggiornamento del Masterplan “La rete dei porti toscani”, approvato lo scorso febbraio dal Consiglio regionale e che raccoglie le indagini svolte nel 2018-19 in collaborazione con i Comuni costieri e con il supporto del Settore infrastrutture per la logistica. La videoconferenza è stata aperta dall’assessore a trasporti e infrastrutture, Vincenzo Ceccarelli, e ha coinvolto decine di tecnici, amministratori comunali e operatori del settore.
“Lo scopo dell’iniziativa – ha spiegato Ceccarelli – è comprendere lo scenario con il quale si sta per chiudere questa legislatura. Vogliamo rivendicare lo straordinario sostegno finanziario regionale, 400 milioni, per gli interventi di carattere strategico dei porti toscani di competenza nazionale, Livorno, Marina di Carrara, Piombino e Portoferraio. La Toscana – ha ricordato – è infatti stata una delle prime Regioni italiane ad aver condiviso i nuovi atti di indirizzi strategico delle Autorità di sistema portuale. Non meno intenso è stato però l’impegno per i porti di interesse regionale: non solo per i quattro scali che fanno capo all’Autorità portuale regionale, Viareggio, Marina di Campo, Giglio, Porto Santo Stefano, ma per la rete diffusa di porti e approdi turistici”.
“È bene sottolineare – ha detto l’assessore – che parliamo di un insieme di infrastrutture, impianti e servizi che hanno un peso economico e una ricaduta occupazionale non trascurabile: insieme alla produzione cantieristica di nuove unità da diporto, i servizi di ormeggio, di assistenza, di manutenzione e riparazione, di ricovero invernale, dislocati lungo l’intera costa toscana, sostengono la filiera della nautica da diporto, comparto che anche nei periodi di crisi ha dimostrato una sostanziale capacità di tenuta.”
La Regione Toscana ha infatti operato per valorizzare e promuovere lo sviluppo della portualità turistica. È intervenuta sostenendo finanziariamente interventi per assicurare efficienza e sicurezza delle infrastrutture portuali: dalle opere di manutenzione e riparazione per i porti minori di Antignano e Quercianella a Livorno al recente intervento di escavo dei fondali dello specchio acqueo di Talamone, nel Comune di Orbetello, che a causa dell’insabbiamento è stato a lungo compromesso nelle sue funzioni. Tra le azioni più significative, anche il progetto, fortemente innovativo, rivolto a migliorare l’accessibilità delle aree portuali della Toscana, promuovendo interventi mirati da parte dei Comuni per l’abbattimento delle barriere architettoniche.
“Proprio in queste settimane – ha annunciato Ceccarelli – partiranno le ricognizioni sul campo per mettere a punto le schede di rilevazione delle principali strutture portuali toscane. Insieme a questo, prosegue l’impegno degli uffici regionali sui nuovi Piani regolatori portuali: è anche grazie a questo lavoro che sono stati approvati, o sono in fase di approvazione, i piani di Marciana Marina, Porto Azzurro, Punta Ala, Porto Ercole, Talamone, per citare solo i più recenti. Nel complesso, la portualità turistica toscana è arrivata in buona salute all’impatto con questa crisi del tutto inattesa. Possiamo dire con soddisfazione che consegniamo alla prossima giunta regionale una rete infrastrutturale efficiente e ben distribuita, con diversi scali che, per l’attrattività e qualità dei servizi, possono vantare un ruolo di assoluta eccellenza. E al contempo mettiamo a disposizione, con l’intenso lavoro svolto in questi ultimi anni e con il recente aggiornamento del Quadro conoscitivo del Masterplan, un punto solido di partenza per avviare una nuova fase di programmazione della portualità toscana. Sarà una fase impegnativa, perché si dovranno declinare gli obiettivi di sviluppo in coerenza con le istanze di salvaguardia del paesaggio costiero previste dal PIT/Piano paesaggistico e perché sarà necessario fare i conti con le conseguenze del trauma abbattutosi sull’intera economia mondiale con questa pandemia. Sono però certo – ha concluso Ceccarelli – che ci siano le condizioni per assorbire l’urto e ripartire con rinnovata energia. La Regione non ha mai fatto mancare la propria presenza negli anni che ci siamo messi alle spalle e non sarà certo assente nei mesi e negli anni che verranno.”