Arriva da Poggio a Caiano, comune della provincia di Prato, la prima risposta alle esigenze delle famiglie e dei ragazzi di riprendere una “quasi” normalità dopo lo stop forzato delle scuole e dei servizi all’infanzia.
Il Comune mediceo si è fatto promotore, infatti, di un progetto sperimentale di servizi ludico ricreativi pensato per i piccoli del territorio e per le loro famiglie, messo in piedi e attivato in tempi record per colmare l’attesa dei centri estivi, che dovrebbero partire non prima di metà giugno.
A Firenze e in tutta Italia in questi giorni sono nate manifestazioni e sit-in per chiedere un ritorno sui banchi già a settembre, in sicurezza e in presenza. Da qui a settembre però c’è l’estate di mezzo e a Poggio a Caiano hanno trovato una soluzione tampone per permette alle famiglie di non lasciare soli i figli fin da subito, senza dover aspettare i centri estivi, prima prova per un ritorno graduale alla didattica tradizionale.
Nelle scorse settimane le famiglie di Poggio a Caiano sono state coinvolte e chiamate a rispondere un questionario con le loro idee per la scuola e oggi, 25 maggio, per 52 bambini poggesi della scuola dell’infanzia, 44 della primaria e 14 della scuola secondaria di primo grado ha preso avvio un progetto di “outdoor education”, un particolare orientamento pedagogico che valorizza le esperienze basate sullo “star fuori”, alternandole a locali al chiuso per le ore più calde del giorno scelti tra quelli del territorio che garantissero il rispetto di tutte le misure del distanziamento.
I ragazzi, divisi per gruppi anche in base all’età (i bambini nella fascia 3-5 anni saranno suddivisi in 3 gruppi, quelli nella fascia 6-11 anni in 6 gruppi e i ragazzi nella fascia 12-17 in gruppi di 10) saranno impiegati in laboratori, attività motorie e in attività didattiche, che implicano anche l’affiancamento alle lezioni a distanza, seguiti da educatori professionisti ma soprattutto, ed è ciò che conta, in completa sicurezza. E a questo ci ha pensato il sindaco di Poggio.
Francesco Puggelli, il primo cittadino, è anche pediatra all’ospedale Meyer di Firenze e ha utilizzato la sua esperienza e conoscenza in ambito sanitario per formare gli educatori e mettere a punto un protocollo sanitario che prevede un triage sul modello di quello che si fa negli ospedali per tutti i bambini e attività ludiche ideate per trasformare in gioco le raccomandazioni sanitarie ministeriali come il lavaggio frequente delle mani: “Tante famiglie in queste settimane sono tornate a lavoro e si sono travate nella difficoltà di lasciare i figli soli senza un supporto – ha spiegato il sindaco Puggelli – Appena uscite le nuove indicazioni del governo abbiamo cercato il modo di applicarle sul nostro territorio buttando il cuore oltre l’ostacolo. È nato così questo progetto sperimentale che vuole coprire il vuoto in attesa dell’inizio dei centri estivi”.
Questo progetto, innovativo a livello regionale ma anche nazionale, a costo zero per le famiglie e finanziato da risorse comunali, è stato reso possibile anche grazie al fatto che in una piccola comunità è semplice fare rete: due le cooperative di educatori coinvolte insieme ai volontari della locale Misericordia cui è affidato il compito di verificare lo stato di salute dei bambini: misurazione della febbre, se ha avuto tosse, difficoltà respiratorie a casa o se è stato male sia in entrata ai cancelli (o direttamente alla soglia di casa per quei bambini che hanno scelto il Pedibus) che in uscita.
Ulteriore garanzia sul fronte sanitario, oltre ad aver ricevuto ciascuno un’apposita formazione sulle misure igieniche e di prevenzione (certificata da un’agenzia formativa), tutti gli educatori sono stati sottoposti ai test sierologici.
Per quanto riguarda invece le attività per i ragazzi, i piccoli impareranno i giochi della tradizione come il tiro al bersaglio, il gioco dei 4 cantoni, caccia al tesoro e saranno coinvolti in percorsi motori o in mini olimpiadi. I più grandi (da 6 a 14 anni) saranno seguiti nelle lezioni a distanza e nei compiti.
“L’obiettivo del progetto – ha scritto il sindaco sulla sua pagina Facebook – è aiutare i bambini e gli adolescenti a tornare a rapportarsi e a relazionarsi con i loro coetanei, che è fondamentale per la loro crescita dopo questi mesi di isolamento. […] Da un giorno all’altro non hanno più potuto giocare con i loro amici, vedere le loro insegnanti.
I nostri ragazzi hanno saputo adattarsi con grande responsabilità, ma ora tocca a noi. Aiutarli a tornare alla normalità non sarà facile, è un percorso che tutti noi dobbiamo facilitare.
Ce lo siamo detti più volte, la scuola e i giovani sono stati i grandi assenti della politica nazionale, ma quando parliamo di ripartenza dovremmo fermarci a riflettere anche sulla loro ripartenza. Una ripartenza che ha un po’ meno a che fare con l’economia ma molto con la vita e con il futuro. Noi speriamo che questo progetto possa essere utile per tutti loro anche per questo!”