Una richiesta di aiuto da parte delle botteghe orafe del Ponte Vecchio. L’Associazione Ponte Vecchio ha inviato una lettera al sindaco Dario Nardella, al governatore toscano Enrico Tossi e anche al premier Giuseppe Conte chiedendo attenzione: le boutique dell’oro del famoso ponte, si legge sul Corriere Fiorentino, non riapriranno neanche nella fase 2 al via il 4 maggio.
«Non ci sono turisti e i nostri negozi sono turistici, anche se di lusso» spiega la presidente dell’Associazione, Giuditta Biscioni. Per questo chiedono cassa integrazione per almeno un anno, affitti protetti, sanificazione mirata e protocolli compatibili con il tipo di negozi quali sono le botteghe del ponte.
«Ho ricevuto una lettera da parte di tutti gli operatori di Ponte Vecchio, che è un simbolo della città: gli orafi fanno parte di una categoria merceologica purtroppo esclusa dalle aperture dei negozi, tuttavia sono convinto che nella fase 2 sarà possibile riaprire questo tipo di attività», ha commentato il sindaco Nardella, in collegamento telefonico con Lady Radio. «Siamo impegnati al massimo – ha aggiunto parlando in generale – perché le attività riprendano».
Nardella, al Tg2, ha poi detto di aver scritto «una mail al ministro dello Sviluppo economico» Stefano Patuanelli, affermando poi di voler «incontrare tutti i ristoratori, i commercianti e gli orafi di Ponte Vecchio, perché dobbiamo dar loro delle prime risposte. Noi non possiamo permetterci il lusso di aspettare, ma non possiamo riaprire se il Governo non ce lo consente».
Secondo Nardella proprio il Governo «può e deve essere coraggioso nel dare linea guida molto chiare, nell’azzerare questa polemica continua che c’è tra governatori delle Regioni, associazioni di categoria per dare tranquillità a famiglie e aziende».