Uno dei ruoli fondamentali della musica è quello di incorniciare momenti, eventi o avvenimenti. E magari diventare icona di un mondo, di una o più stagioni della vita. E’ il caso di “Redefinition” degli Infernal, sigla LGBT lanciata il 17 aprile 2010 da Regina Miami al Mamamia di Torre del Lago.
“Redefinition” degli Infernal è ormai da 10 anni simbolo dei diritti per tutti, della bellezza della diversità e di un profondo senso di libertà e liberazione che ha abbracciato cuori e anime di ragazze e ragazzi passati almeno una volta da Torre del Lago, dal locale Mamamia.
Una sigla partita dalla frazione viareggina e arrivata negli scorsi giorni nel Reparto Malattie Infettive di Cisanello a Pisa, dove in un video girato durante un attimo di pausa si vede un gruppo di infermieri che si è divertito a ballare e cantare. Un momento di vita in quelle corsie diventate in questi mesi luoghi di tensione e dolore a causa del coronavirus.
Questo episodio ha spinto Nunzio Sardella, in arte Regina Miami, una delle Drag Queen più conosciute d’Italia, anima e voce delle più importanti serate LGBT in Toscana, a scrivere sul suo profilo facebook: “Stasera la mia intenzione era quella di depurarvi dalla mia presenza online… invece ho ricevuto quel video e mi ha riportato in primo piano. Ho pianto tantissimo nel vederlo, perchè queste persone hanno ballato una canzone, che è stata mia e poi “nostra”, in un loro momento di pausa. Ho solo da dire Grazie, ma non per la canzone o il video, ma GRAZIE per quello che stanno facendo in tutti gli ospedali. Poi certo che mi emoziona vedere che hanno scelto quella canzone per svagarsi… ma io mi sento comunque piccolo rispetto a loro e al loro sacrificio”.
E poi qualche giorno dopo ha annunciato, come una vera e propria Regina: “Il 17 aprile del 2010 venne lanciata ufficialmente in Italia dalla terrazza del Mamamia la canzone che più in assoluto ha segnato un epoca. Oggi sono 10 anni. Ho deciso, coinvolgendo tutti gli interessati, di istituire il Redefinition day. Nella speranza che dopo questa quarantena tutto possa essere Redefinition. Buon REDEFINITION DAY A TUTTI”
E adesso Nunzio hai fatto partire “una bambola” mica male. Ho letto sui social commenti entusiastici…
Ho ‘impallato’ Facebook e Instagram. Non me l’aspettavo. Sono sommerso di messaggi. I miei social stanno esplodendo di entusiasmo. E so che passerò la giornata a piangere. Sono contento di aver raggiunto il mio intento: far sorridere le persone in questo periodo di m….a. In questi giorni ho scatenato il mondo: ho scritto agli Infernal, gli ho inviato il video degli infermieri e loro sono stati contentissimi. Poi ho chiamato “radio Stop”, ho sentito quelli del Mamamia e ho chiesto se a loro faceva piacere far partire il “Redefinition Day” e sono letteralmente impazziti. E si sono mossi. Sapevo che sarebbe successo questo “pandemonio” e questo mi piace. E, confermo, passerò la serata a piangere.
E “Redefinition” cos’ha di speciale tanto da meritarsi un “Redefinition day” dopo 10 anni?
“Redefinition” non so bene cosa rappresenti e ancora oggi me lo chiedo. So però che ha qualcosa di diverso e speciale. Me ne sono accorto quando ti scrivono dalle scuole elementari per avere la coreografia, per un Natale i pompieri di Pisa mi chiesero il balletto perchè volevano lanciarlo come messaggio di fine anno, le mie amiche me lo chiedono per i loro figli che vogliono farlo allo spettacolo per la fine della scuola e poi sono dovuto andare ad alcuni matrimoni solo per fare “Redefinition”. E tutto ciò solo e soprattutto in Toscana. A questo punto lo chiedo a voi: ma cosa rappresenta? Per noi è la “canzone gay” che ci definisce, che ci re-definisce. Ma per voi?
Nel post che hai pubblicato sul tuo profilo facebook hai raccontato l’emozione nel vedere quegli infermieri cantare e ballare “Redefinition”. Uno spiraglio di luce nel buio di una corsia d’ospedale che dici …
Quando ho visto il video dell’ospedale ho pianto tantissimo. In questi due mesi, dopo che mi saltavano le date una dopo l’altra, stavo pensando di lasciare la Toscana e tornare a Torino. Poi sono rimasto incastrato a Pisa da un’amica perché era appena uscito l’ordine di non muoversi dalle proprie abitazioni. Questa mia amica lavora all’accesso dell’ospedale e quindi mi sono detto, rimango da lei, almeno le dò una mano qui a casa. E poi la sera quando torna e mi racconta tutto quello che vede. Cerco di confortarla e lei si sfoga con me piangendo. Quindi il contatto tra me e l’ospedale è quotidiano. E’ da giorni che ascolto storie difficili. Poi quando mi hanno inviato il video la prima volta non l’ho neanche aperto e l’ho cancellato, credevo fosse una di quelle catene odiose che girano sui social in stile “complotto”. Ma poi mi arriva su whatsapp da un amico che lavora all’ospedale con scritto “Solo a Cisanello potevano farla”. E quando ho iniziato a sentire la musica, ho smesso di cenare e i miei occhi si sono riempiti di lacrime come un cartone animato giapponese. E poi ho scritto il post, dal Mamamia mi hanno contattato e via…
Insomma un inno libertà e liberazione partito con il Mamamia e …
Ma sì al Mamamia sono nate cose belle. Si ballava sotto la pioggia, avevamo l’unico impianto adatto a tutte le condizioni meteo perché la gente non voleva smettere e andare via.
Tornerai al Mamamia?
Tornare non penso, ho 50 anni e quando ho iniziato ne avevo 38. Potrei fare “la mamma” di molti ragazzi e non è il caso.
Poi sorride e riprende…
Sicuramente tornerò a fare una serata. La farei per me, per la gente e per ricordare quel periodo. Ma alcune ferite restano.
Finisco la chiacchierata con Nunzio pieno di energia. E’ stata molto di più di una telefonata. 20 minuti di entusiasmo, coraggio e dolcezza. Un pò di malinconia per quel che è stato ma tanta energia per quel che sarà. Ho ascoltato una “Regina” benevola e sarcastica, ironica e passionale. E che anche se passerà la serata a piangere per questa “valanga” di emozioni tornerà (presto) a crearne di nuove, come tornerà a fare le sue facce buffe quando, per l’ennesima volta, ripartirà “Redefinition”.