Il miglior sushi d’Italia arriva da MOI Omakase a Prato. Dietro nigiri e sake da alta classifica c’è a sorpresa un italiano Francesco Preite, innamorato perso del Giappone. Una passione che è oggi una solida realtà della ristorazione etnica nazionale nel cuore del centro laniero, di fronte al Castello dell’Imperatore.
Basta dare un’occhiata ai riconoscimenti degli ultimi mesi: primo posto nella classifica Miglior Sushi d’Italia di 50 Top Italy, i tre cappelli con 17/20 di punteggio per Le Guide de L’Espresso, il premio, per il secondo anno consecutivo, migliore carta dei vini di ristorante etnico in Italia per la Milano Wine Week e la conferma dei tre mappamondi della guida del Gambero Rosso.
Preite si prepara alla nuova passerella: martedì 12 dicembre, insieme ai numeri uno delle altre categorie e ai 50 Migliori Ristoranti Italiani nel Mondo, riceverà il premio di 50 Top Italy, la guida online del meglio del Made in Italy, in occasione del Gran Galà della Cucina Italiana al Teatro San Babila di Milano.
“Questo premio – sottolinea con orgoglio Francesco Preite – è come la tessera di un puzzle a completamento di un 2023 che mi ha reso molto orgoglioso e immensamente grato a tutti coloro che hanno contribuito a far arrivare MOI fin qui. Per questo ci tengo a ringraziare tutto il mio staff, i clienti che arrivano da tutta Italia, e sono sempre più abituali, e tutti coloro che ci hanno manifestato importanti attestati di stima per il lavoro svolto“.
MOI Omakase, solo in 10 al bancone
Da MOI Omakase i commensali si ritrovano seduti attorno a un bancone: solo 10 clienti a sera. In menu venti assaggi al buio: nigiri, brodo di vongole e sake, manzo di kobe in pairing con vini naturali e sake. Così lo chef e patron Francesco Preite porta in tavola il suo amore per il Giappone.
Oltre 7o i viaggi nella terra del Sol Levante in circa 20 anni tra studio e pratica accanto a itamae di altissimo livello. È del 2009 l’apertura del primo MOI con una proposta classica di sushi. Otto anni dopo l’evoluzione di MOI: l’idea di un locale dove Preite crea i piatti davanti ai clienti.
Un ristorante fedele al termine Omakase una sorta di “fai tu” in giapponese. Ci si affida all’itamae e tra curiosità e ricordi personali i vari piatti sono preparati uno dietro all’altro e degustati tutti insieme nell’unico turno delle 21.
Un percorso di 18 portate tra brodo caldo, ricciole, branzini di Porto Santo Stefano, carbonari d’Alaska, storioni bianchi, capesante di Hokkaido. Tutto servito con varie tipologie di salsa di soia artigianali e non pastorizzate, gari (lo zenzero in salamoia) preparato dallo chef e il wasabi fresco, grattugiato al momento con l’apposita oroshigane in pelle di squalo.
Non mancano a completare il pasto le celebri pesche di Prato, un omaggio alla cucina toscana.