A Firenze c’è un luogo unico dove è passata la grande letteratura internazionale dell’Ottocento e del Novecento. Qui si incontrarono nel 1827 Giacomo Leopardi e Alessandro Manzoni e fu frequentato da scrittori come Stendhal, Schopenhauer, Heine, Zola, Gide, Dostoevskij nei loro soggiorni fiorentini. È il Gabinetto scientifico letterario Vieusseux, nato il 25 gennaio del 1820 a Firenze per volere di Giovan Pietro Vieusseux, commerciante ginevrino colto e intraprendente.
Oggi il Vieusseux compie duecento anni e festeggia con un calendario di mostre, pubblicazioni e conferenze in programma tra il 2020 e il 2021. Intanto il ministro Dario Franceschini ha firmato il decreto per la costituzione del Comitato per curare le iniziative per celebrare il bicentenario e che, ha spiegato lo stesso ministro, “contribuirà a promuovere e valorizzare il patrimonio inestimabile” custodito dall’Istituto.
Le inziative partono il 25 gennaio con la mostra ‘Il Vieusseux dei Vieusseux. Libri e lettori tra Otto e Novecento. 1820 – 1923’ a Palazzo Corsini Suarez, a cui è annunciato lo stesso Franceschini. Altra esposizione ‘Il Novecento negli autografi dell’Archivio contemporaneo’ che raccoglie rarità archivistiche e bibliografiche ad esempio di Montale, Ungaretti e Pratolini. ‘Scrivere e riscrivere. L’Archivio delle scrittrici del nuovo millennio’ sarà invece una rassegna con ospiti Michela Murgia e Silvia Avallone. Si approfondiranno poi #10Parole del nostro tempo, emblematiche della storia del Gabinetto e pubblicati carteggi inediti come quello tra Alessandro Bonsanti e Carlo Emilio Gadda. Scrittori tra i quali Antonio Scurati e Claudia Durastanti racconteranno poi i classici contemporanei.
Quando nacque il Vieusseux l’idea era di creare nella Firenze cosmopolita dell’epoca un luogo dedicato alla lettura dove trovare e periodici italiani ma soprattutto pubblicazioni “d’oltre mare e d’oltre monte”. Aperto al pubblico su abbonamento, fu nell’Ottocento uno dei principali tramiti tra la cultura italiana e quella europea, centro fra i più attivi per il Risorgimento d’Italia e pure istituzione che ha cambiato il passo della cultura italiana ed europea.
Nei suoi due secoli di storia è stato diretto, tra gli altri, da Eugenio Montale, Alessandro Bonsanti, a cui si deve la creazione dell’Archivio contemporaneo e il salvataggio di grande parte del patrimonio di libri e documenti storici dall’alluvione del 1966, ed Enzo Siciliano. Oggi prosegue la sua attività di centro di ricerca e studio, con 150 archivi tra grandi fondi e piccole raccolte, giunti per donazione, deposito e comodato con opere autografe, lettere, documenti tra gli altri di Cristina Campo, Pasolini, Federigo Tozzi, Alberto Savinio, Ungaretti, Giorgio Caproni e Pratolini.