Sono state installate ieri a Firenze altre 13 pietre d’inciampo, realizzate dall’artista tedesco Gunter Demnig. Le opere, ricoperte d’ottone, servono a ricordare i luoghi dove furono rapite le vittime della deportazione nazista e fascista. Complessivamente a Firenze le pietre saranno 24, il progetto in Europa ha toccato quota 72mila: ogni blocco riporta nome, anno di nascita, giorno e luogo della morte di ciascun deportato.
La giornata ha visto protagonisti quattro luoghi della città: piazza d’Azeglio 12 (alla memoria di Giuseppe Siebzehner e Amalia Koretz), via Bovio 1 e 7 (per Giorgio Levi delle Trezze, Xenia Haya Poliakov e Lucia Levi), via Marsala 2 (in omaggio a Amelia, Augusto, Lucio e Sergio Gallico e Giulia Pacifici) e piazza delle Cure 7 (per Aldo e Giulio Levi e Adriana Castelli).
“Le pietre d’inciampo servono a non dimenticare – ha spiegato il sindaco Dario Nardella – a ridare dignità e memoria a tanti fiorentini, ebrei e non solo, vittime delle persecuzioni nazifasciste che con il tempo sono stati dimenticati. Servono anche a costruire cittadini giusti, onesti che non perdano mai di vista i valori alla base della nostra democrazia: libertà, tolleranza e uguaglianza. Valori che ancora oggi qualcuno pensa di calpestare e che noi non possiamo assolutamente lasciare in balia della violenza e dell’odio che ancora continuano a serpeggiare nel nostro continente”.
“La memoria è fondamentale – ha sottolineato il vicesindaco Cristina Giachi – noi facciamo di tutto per onorare il compito di custodire la memoria collettiva delle deportazioni”. Alla prima cerimonia in piazza d’Azeglio erano presenti, tra gli altri, anche gli assessori Sara Funaro, Alessandro Martini e il presidente della Comunità ebraica Marco David Liscia.