C’è chi ha investito energie e risorse per difendere gli impollinatori; chi aiuta il falco pescatore a nidificare in luoghi sicuri; chi recupera pezzi di terra da coltivare in contesti urbani, oppure, chi ripulisce dai rifiuti plastici le acque di mari e fiumi. Sono tanti anche in Toscana i progetti nati per salvaguardare la biodiversità: iniziative preziose che, con il supporto di cittadini e istituzioni, tentano di preservare l’ambiente, diminuendo l’impatto sulla natura e promuovendo la cosiddetta “politica delle quattro R”, ridurre, recuperare, riparare, riciclare.
In questo articolo approfondiamo dieci idee green adottate da territori e realtà regionali che si ispirano ai messaggi delle giovanissime attiviste Greta Thunberg e Vanessa Nakate: “Se vogliamo un futuro vivibile e sano per tutti, deve essere sostenibile, deve proteggere le persone, deve proteggere il pianeta”.
Bees Crops Biodiversity
Le api, si sa, producono miele, pappa reale e propoli ma essenziale è il loro instancabile lavoro di impollinazione. Ogni insetto può visitare fino a 700 fiori al giorno, trasportando il polline da un fiore all’altro, con un passaggio fondamentale per l’agricoltura, l’ambiente e la biodiversità. A Signa, è nato Bees Crops Biodiversity, un progetto che il Consorzio di Bonifica 3 Medio Valdarno sta sviluppando insieme all’Università di Firenze con lo scopo di creare un habitat favorevole alla riproduzione delle api. In particolare, nelle aree destinate al contenimento delle acque di piena sono state seminate due specie di leguminose per aumentare il periodo di fioritura, assicurando così il massimo nutrimento per gli impollinatori.
Seabin
Lo abbiamo visto in Arno, nel lago di Bilancino e nel mare di Livorno e Castiglione della Pescaia: è Seabin, il cestino che, galleggiando a pelo d’acqua, cattura i rifiuti, dai più grandi fino alle microplastiche. È in grado di lavorare 24 ore su 24, sette giorni su sette, pompa fino a 25.000 litri d’acqua all’ora e necessita solo di interventi di svuotamento e pulizia.
Seabin viene prodotto dall’azienda francese Poralu Marine su brevetto australiano e diffuso da LifeGate, società che incentiva le aziende a intraprendere percorsi di sostenibilità.
Progetto Falco pescatore
Dal 2002 è attivo un interessante progetto che cerca di ricostituire nel Parco della Maremma una popolazione nidificante di falco pescatore, tra le specie di rapaci più rare d’Italia.
Ad oggi sono cinque le coppie italiane, tutte in Toscana e concentrate in Maremma, un successo inaspettato e concreto con possibilità di espansione sulle vicine isole nel Parco dell’Arcipelago Toscano e altre aree protette. L’iniziativa è stata sostenuta dalla Regione Toscana attraverso il programma Interreg III del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale.
Dona un albero
La Città di Firenze ha lanciato l’iniziativa Dona un albero che consente a chiunque di collaborare e accrescere il patrimonio verde del territorio, donando uno o più alberi con una dedica personale. È anche possibile contribuire a mettere a dimora 5 nuovi frutteti, per un totale di 200 alberi da frutto. Le piante contribuiscono così alla mitigazione del clima e all’abbattimento di CO2 in città.
Centomila orti in Toscana
Costruire giardini urbani, didattici e terapeutici: è questo l’obiettivo dell’iniziativa Centomila orti in Toscana che si inserisce nell’ambito di Giovanisì, il progetto della Regione Toscana per l’autonomia dei giovani. Lo scopo è quello di recuperare degli spazi verdi per la coltivazione di ortaggi e frutti, ma anche dare inizio a un processo sociale che si crea fra le persone che vi prendono parte, tutelando l’ambiente, il contesto politico-amministrativo e la comunità.
Gli orti urbani, infatti, sono una risorsa concreta per le famiglie e, allo stesso tempo, un modo per riflettere su qualità della vita, sostenibilità, rapporto uomo – ambiente – natura.
Focus
A investire nella pratiche “zero waste” è da sempre il Comune di Capannori che recentemente ha vinto la quarta edizione del premio Verso un’economia circolare promosso da Fondazione Cogeme grazie al progetto Focus, finalizzato a dare una nuova vita ai mozziconi di sigaretta. Sono proprio questi residui a minacciare le piante, i parchi e la ricchezza ecologica delle città.
Il programma sperimentale Focus prevede la trasformazione dei filtri in substrato inerte, cioè una base biodegradabile per la coltivazione in vivaio di piante ornamentali e di arbusti. Inoltre prevede di ottenere una sostanza utile da cui ricavare, attraverso l’uso di alghe, biocarburanti.
Agrobiodiversità e coltivatori custodi
Proteggere l’agrobiodiversità, ovvero il sottoinsieme della biodiversità che riguarda le varietà vegetali e le razze animali domesticate dall’uomo all’interno dei sistemi agricoli, significa preservare l’identità del territorio, la sua cultura rurale e il lavoro degli agricoltori, specialmente nelle zone marginali.
Per questo la Regione Toscana, già dal 1997, si è dotata della legge per la “Tutela e valorizzazione del patrimonio di razze e varietà locali di interesse agrario, zootecnico e forestale”. Le razze e le varietà locali a rischio estinzione vengono iscritte al Repertorio Regionale (e di qui nell’Anagrafe Nazionale).
Una rete di oltre 200 coltivatori custodi provvede inoltre a salvaguardare le singole risorse effettuando il rinnovo dei semi di specie erbacee nell’apposita Banca Regionale del Germoplasma.
Proteggere gli anfibi
Non chiamateli “brutti”. Rospi, rane, raganelle e tritoni sono gli anfibi più conosciuti ma anche quelli più a rischio. Negli ultimi decenni, purtroppo, si è registrata una loro drastica diminuzione, dovuta – direttamente o indirettamente – all’opera dell’uomo. Ma queste piccole specie hanno un ruolo ecologico fondamentale e pertanto vanno tutelate. Per questo il WWF si impegna ogni anno in attività di comunicazione e informazione per difendere gli anfibi.
Qualche tempo fa, Costanza Baldini, giornalista di Intoscana, ha intervistato il biologo Carlo Scoccianti che, per la campagna ‘Salvarospo’, va in giro per la Toscana a impedire – munito di secchi e buona volontà – una morte tragica per questi animali.
Orto etnobotanico
L’Orto botanico del Museo di Storia Naturale del Mediterraneo di Livorno si è recentemente arricchito di una nuova area dedicata all’Orto etnobotanico che ora ospita antichi alberi da frutto tipici del Mediterraneo.
L’iniziativa nasce per conservare queste varietà ma anche per diffondere la cultura della salvaguardia e della tutela delle antiche specie vegetali a rischio di estinzione.
Molte cultivar, infatti, a causa dei profondi mutamenti nel settore agricolo, legati allo sviluppo di tecnologie mirate alla produzione su larga scala, hanno spinto verso la selezione di piante di maggiore resa a scapito delle piante coltivate a livello locale, che sono state nel corso del tempo abbandonate o messe in disparte.
TartAmare
Bottiglie, imballaggi, reti da pesca, sacchetti e altri oggetti in plastica, quando finiscono in acqua, diventano una tra le principali cause di morte per soffocamento di molti pesci e uccelli. Anche le tartarughe marine ne subiscono gli effetti.
L’associazione non-profit tartAmare, che opera in Toscana e, nella fattispecie a Grosseto, si occupa della riabilitazione delle tartarughe marine in via di estinzione. Nel centro studi e recupero vengono curate e, una volta guarite, restituite al mare. Questa importante realtà propone inoltre strategie per una pesca e un turismo sostenibile.