Vulvodinia e neuropatia del pudendo: da malattie invisibili a un percorso di cura
Con un convegno in Consiglio regionale è partito oggi l'impegno della Regione Toscana per strutturare un percorso ad hoc per queste patologie invalidanti e dolorose che colpiscono moltissime donne
Garantire in Toscana un percorso di cura specifico per la vulvodinia e la neuropatia del pudendo, malattie dolorose e invalidanti che colpiscono tra il 10 e il 16% della popolazione femminile eppure non sono riconosciute dal Servizio Sanitario Nazionale. È questo l’impegno della Regione che è partito oggi con un convegno promosso dal Consiglio regionale insieme al Comitato vulvodinia e neuropatia del pudendo, che si batte per garantire alle donne che soffrono di queste patologie una diagnosi precoce – oggi servono in media 5 anni – e assistenza pubblica, visto che oggi sono costrette a rivolgersi al privato spendendo mediamente 400 euro al mese per curarsi.
La Regione nei prossimi mesi realizzerà un percorso di cura specifico, coinvolgendo tutte le professionalità già presenti all’interno della sanità toscana, con l’obiettivo di arrivare ad almeno un centro regionale in grado di aiutare chi soffre di queste patologie.
“È una giornata molto importante di sensibilizzazione – ha sottolineato il presidente del Consiglio regionale della Toscana, Antonio Mazzeo – c’è la necessità di investire sempre di più in formazione, in modo che i ginecologi e le ginecologhe sappiano riconoscere questa malattia, e costruire tutto quello che può servire per trovare attraverso la ricerca nuovi farmaci. Questa è una sfida di civiltà e noi faremo la nostra parte.”