Cultura/ Premio Pieve Saverio Tutino
Premio Pieve 2023: “La via della vita” di Maria Anna Rold
Intervista a Barbara Ritter figlia di Maria Anna Rold che parte nel 1944 per andare a lavorare a Vienna, nei territori del Reich, dove troverà ad aspettarla una vita durissima di sfruttamento da cui riuscirà a scappare
Ci sono vite che sfuggono alle grandi semplificazioni della storia. Dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943 e l’occupazione tedesca, nell’Italia del Nord si acuisce lo scontro tra nazifascisti e antifascisti, ma sono molte le persone che lottano semplicemente per sopravvivere.
Come Maria Anna Rold, che non ha ancora compiuto 18 anni e ha già conosciuto ogni forma di dolore: appena nata perde il padre, ucciso in circostanze misteriose mentre lavora alla costruzione della centrale idroelettrica di Cardano vicino Bolzano.
Poi la lontananza della madre, la miseria e l’abbandono degli studi scolastici per lavori di sussistenza, la guerra e i lutti. Per lei, i manifesti attaccati sui muri di Milano che promettono un impiego facile e ben retribuito nei territori del Reich, racchiudono una speranza.
E parte in direzione di Vienna, dove però ad attenderla ci sono giorni peggiori, fatti di stenti e di emarginazione, lavori massacranti e clandestinità. E soprattutto di bombe, che l’aviazione degli Alleati sgancia a tappeto sui campi di lavoro.