Parità di genere e lavoro: le politiche regionali e le buone pratiche delle imprese a confronto
Al centro del convegno “Donne, certificazione al femminile” per “La Toscana delle Donne” come ridurre il divario di genere tra le lavoratrici e i lavoratori
In Toscana le donne lavorano meno rispetto agli uomini e anche i loro salari sono più bassi, spesso sono relegate in occupazioni meno qualificate e quindi meno retribuite, e sono schiacciate dal peso del lavoro di cura della famiglia, che principalmente ricade ancora su di loro, tanto che la disoccupazione femminile cresce drasticamente all’arrivo del primo figlio. Sono stati i dati Irpet sulla condizione femminile nel mercato del lavoro in Toscana ad aprire l’incontro “Donne, certificazione al femminile” che si è tenuto oggi nell’ambito de “La Toscana delle Donne”, il festival della Regione Toscana dedicato alla parità di genere.
Il convegno è partito dai numeri dell’Irpet per riflettere sulle politiche messe e da mettere in campo, sia da parte della Regione che delle imprese. C’è bisogno di più welfare per sostenere l’emancipazione femminile e la riduzione del divario di genere, di misure come “Nidi gratis”, con cui la Toscana per la prima volta in Italia ha garantito l’asilo nido gratuito alle famiglie con reddito Isee sotto i 35mila euro, ma anche di buone pratiche portate avanti dalle imprese toscane.
Come la certificazione della parità di genere, il bollino introdotto dal PNRR per le aziende che si impegnano attivamente con policy specifiche per ridurre il divario di genere, promuovere la parità salariale e di crescita e la tutela della maternità. Una certificazione importante che hanno già in Toscana realtà come Gucci, Ruffino o INEOS, e che la Regione auspica si estenda a sempre più imprese.
Protagonisti dell’incontro anche buone pratiche come il Codice rosa, il primo percorso pensato per le vittime di violenza di genere nei pronto soccorso nato proprio in Toscana, a Grosseto, e diventato un modello per il resto d’Italia.