La Garfagnana che riparte dai giovani e da nuove forme di accoglienza
Il ricambio generazionale sostenuto, per la vice presidente della Regione Toscana Stefania Saccardi, dai fondi del Psr e dal pacchetto giovani
Biodiversità agraria e alimentare, cultura rurale e gastronomica si intrecciano alle storie dei giovani che hanno deciso di rilanciare la Garfagnana partendo proprio dai prodotti più caratteristici del territorio. La generazione Z che ha scelto di rimanere a casa e di portare avanti la tradizione familiare, senza abbandonare le aziende agricole fondate dai nonni e regalando così un futuro, e una speranza, ai paesi in cui sono nati.
C’è chi produce farro IGP della Garfagnana e vari tipi di farine a cominciare da quella di castagne come nel caso di Beatrice Bravi che rappresenta la terza generazione dell’azienda La Capannina a Sillicano. Accanto alle produzioni tradizionali con le nuove generazioni la Garfagnana si è aperta a esperienze diverse: si pensi ad esempio alla coltivazione della vite. Realtà, come la cantina Bravi di Camporgiano, che ha scelto di puntare sull’agricoltura biologica certificata e sulla viticoltura offrendo ospitalità nell’annesso agriturismo e creando nuovi posti di lavoro con un agriristoro.
Storie di moderni contadini che hanno quindi scelto di rimanere e di credere in un futuro dell’agricoltura in Garfagnana. “Il ricambio generazionale c’è stato -sottolinea la vice presidente della Regione Toscana Stefania Saccardi- grazie alla possibilità di attingere ai fondi del Psr e al pacchetto giovani che ha consentito di traghettare l’azienda da una generazione all’altra con le innovazioni che ogni giovane apporta al mondo agricolo. Oggi abbiamo riproposto il progetto giovani con un bando che ha avuto grande successo: 450 le domande per circa 32 milioni di richieste. Un grande successo che ben rappresenta la vitalità del territorio”.
Ma la Garfagnana non è solo tradizione. Ha dimostrato negli ultimi anni di essere un laboratorio di nuove progettualità con l’obiettivo di individuare forme di ospitalità alternativa da affiancare all’agricoltura per far crescere l’economia locale scongiurando così lo spopolamento.
“Abbiamo approvato un nuovo regolamento e dato ai comuni possibilità di valorizzare i propri territori con esperienze che rappresentano un’accoglienza diversa da quella tradizionale” conclude la vice presidente Saccardi.