“Le mafie – ha detto il presidente Giani – si combattono parlandone a voce alta e dandoci gli strumenti necessari di studio e analisi. Per questo non si può che esprimere apprezzamento e gratitudine per tutti coloro che hanno lavorato a questa nuova edizione, che ci rende tutti più attrezzati nella battaglia per la legalità. Di qualunque tipo sia la criminalità prospera se non le si presta la giusta attenzione, se la si sottovaluta, senza dotarsi dei giusti strumenti per riconoscerla e farla emergere nelle attività, nelle relazioni, nelle modalità operative. Noi questa operazione la compiamo ogni anno. Ringrazio anche le istituzioni statali, la Procura e la Magistratura che ci affiancano in questo fondamentale compito”.
Illegalità e criminalità in Toscana, presentato il rapporto Irpet: preoccupano le mafie straniere e il sommerso
L'economia illegale vale 1,2 miliardi di euro e quella connessa all'evasione fiscale e al lavoro non regolare altri 10,1 miliardi: in tutto 11,3 miliardi di euro, pari all'11,7% del PIL regionale
Una Toscana in cui le mafie non sono radicate in profondità sul territorio ma lo scelgono per le loro attività di riciclaggio e in cui l’economia sommersa, ovvero l’evasione fiscale e il lavoro irregolare, vale 10,1 miliardi di euro, a cui si sommano 1,2 miliardi legati alle attività illegali per un totale di 11,3 miliardi, pari all’11,7% del PIL regionale, in linea con la media nazionale.
È questa la fotografia scattata dal “Rapporto 2023 su illegalità e criminalità organizzata nell’economia della Toscana” redatto dall’Irpet, l’Istituto Regionale per la Programmazione Economica, che è stato presentato oggi a Firenze nel corso di un evento a cui hanno partecipato il presidente della Regione Eugenio Giani e l’assessore alla legalità Stefano Ciuoffo, assieme, fra gli altri al procuratore della Repubblica di Firenze, Filippo Spiezia.