Il “gigante nascosto” dello scultore Filippo Dobrilla nel documentario di Tommaso Landucci
"Caveman" è stato presentato alle Giornate degli Autori della Biennale del cinema di Venezia, racconta la storia di Filippo Dobrilla scultore selvatico e anarchico scomparso nel 2019. Il film - realizzato con il sostegno di toscana film Commission per il programma Sensi contemporanei Toscana per il cinema - sarà proiettato sabato 20 novembre 2021 alla compagnia, nel programma del Festival dei Popoli
In una grotta delle Alpi Apuane, a 650 metri di profondità, si trova una delle opere più ambiziose e affascinanti dello scultore Filippo Dobrilla: Il gigante dormiente. Un colosso nudo, addormentato nel cuore della terra, al quale l’artista ha continuato a lavorare per più di trent’anni, calandosi nell’oscurità della caverna.
Cosa spinge un’artista a realizzare un’opera quasi inaccessibile, nascosta agli occhi degli uomini?
È questa la domanda alla quale Tommaso Landucci ha cercato di dare una risposta con il documentario Caveman – Il gigante nascosto presentato in prima mondiale alla Biennale del Cinema di Venezia, nelle Giornate degli Autori.
Filippo Dobrilla è un artista selvatico, anarchico, che rifiuta ogni incasellamento, ogni definizione, che ha scelto un luogo isolato dove sentirsi libero e distante dai pregiudizi della società contemporanea.
Tommaso Landucci che ha lavorato al fianco di registi come Luca Guadagnino e Claudio Giovannesi ha passato cinque anni a riprendere Dobrilla nella sua grotta, calandosi con le corde.
Dopo aver presentato una delle sue opere più importanti all’Expo di Milano “Gli amanti” scultura di oltre 5 metri realizzata da un unico blocco di marmo. Filippo Dobrilla si ammala di un tumore che lo ucciderà nel 2019, il documentario di Landucci portato a conclusione anche grazie al supporto del regista inglese James Ivory è diventato così il testamento di un artista sempre in lotta con il mondo ma anche e soprattutto con le sue stesse profonde contraddizioni.