Più Edilizia residenziale pubblica per fronteggiare l’emergenza casa
Al Centro Pecci di Prato il primo convegno del ciclo della Regione Toscana dedicato ai temi dell'abitare. L’assessora Spinelli: "La politica deve mettere la questione casa al centro"
Sono quasi 50mila gli alloggi di edilizia popolare in Toscana: un numero importante ma che non basta a fronteggiare l’emergenza abitativa della fasce più deboli della popolazione, quelle 275mila famiglie che vivono con un Isee inferiore a 16.500 euro, che è la soglia di accesso a un alloggio pubblico.
Le politiche abitative e l’edilizia residenziale pubblica sono stati i temi al centro del convegno che si è tenuto al Centro per l’arte contemporanea Pecci di Prato e ha aperto il percorso di tre appuntamenti dedicati al “Valore sociale della casa”, organizzati dall’assessorato regionale alle politiche abitative, insieme ad Anci Toscana.
Il ciclo di incontri chiama amministratori, tecnici, esperti e rappresentanti delle realtà degli inquilini a confrontarsi su sfide, modelli e soluzioni che ruotano attorno al tema della condizione abitativa.
“Sin da questa prima riflessione corale – ha evidenziato l’assessora regionale alle politiche della casa, Serena Spinelli – è emersa con chiarezza la necessità di rilanciare il tema della casa e metterlo al centro dell’agenda politica nazionale: è infatti una questione che coinvolge ormai larghi strati della popolazione. Nel nostro percorso siamo partiti con l’edilizia residenziale pubblica perché rappresenta la risposta complessivamente più significativa e la più storicizzata. Ed è emersa con chiarezza la situazione: a fronte di una crisi economica di dimensioni importanti, in cui si moltiplicano i segnali di difficoltà, a partire dall’aumento degli sfratti, servono interventi nazionali per accrescere il patrimonio abitativo. Dal fondo complementare al Pnrr sono arrivate risorse importanti, con 93 milioni disponibili destinati a investimenti di efficientamento energetico, adeguamento antisismico e riqualificazione sul patrimonio esistente, ma non a crearne di nuovo”.