Chianti Classico, 100 anni nel segno della sostenibilità
Il Gallo Nero riparte dall'identità territoriale e dalla salvaguardia del paesaggio e della biodiversità con un manifesto programmatico
Era il 14 maggio del 1924 quando 33 viticoltori lungimiranti si riunirono nel Palazzo Comunale di Radda in Chianti e decisero di unire le forze. Quel giorno vennero gettate le basi per l’odierno Consorzio del Chianti Classico.
Il Consorzio per la Difesa del Vino Chianti e della sua Marca di Origine fu il primo consorzio di produttori vitivinicoli fondato in Italia ed è ancora oggi il più antico del Belpaese. A distanza di 100 anni il Consorzio del Chianti Classico è una realtà che rappresenta 500 aziende, presente sui mercati di tutto il mondo.
Nel corso degli ultimi decenni ha compiuto grandi passi in avanti come il riconoscimento della Docg, della Gran Selezione e delle uga, le unità geografiche aggiuntive. Ma la punta di diamante del Consorzio resta quel Gallo Nero che campeggia ovunque, a partire dalle bottiglie. Simbolo stesso di un territorio e di un prodotto. Uno dei marchi del Made in Italy più famoso, veicolato ogni anno su oltre 35 milioni di bottiglie.
Oggi, in occasione delle celebrazioni per il centenario, il Consorzio del Chianti Classico riparte dall’identità territoriale e mentre sogna il riconoscimento dell’Unesco guarda al futuro. Al primo posto in agenda ci sono i temi della sostenibilità ambientale.
Un impegno programmatico per ridurre l’impatto ambientale, tutelare territorio, paesaggio e biodiversità. Una corposa serie di regole ben sintetizzate in un manifesto di intenti presentato nel corso di un convegno nel Salone dei Cinquecento a Palazzo Vecchio.