Cultura/ Premio Pieve Saverio Tutino
“Addio patria matrigna”. La memoria dell’udinese Ado Clocchiatti vince la 38^edizione del Premio Pieve
Il riscatto di una storia di lavoro minorile, ingiustizia e rabbia contro un "nemico da combattere", quel "padrone" dal quale il giovane Ado ha dovuto elemosinare il lavoro per sopravvivere all'alba della Prima Guerra Mondiale
Nato a Udine nel 1883 in una famiglia di conciapelli- pur essendosi distinto per merito a scuola, dovrà abbandonare gli studi a soli 10 anni per aiutare la famiglia. Ado scrive la sua memoria nel 1916, poco prima della chiamata alle armi per difendere la stessa “maledetta patria” che lo ha costretto, fin da piccolo a una vita di migrazioni, povertà, lavori durissimi in condizioni al limite della sopravvivenza, e che gli sta chiedendo di prendere le armi e partire per combattere la Prima Guerra Mondiale. Ado ha lavorato in Baviera, Austria, Slovenia e Italia. Arruolato il 27 luglio 1916, muore di febbre spagnola a Legnano il 7 ottobre 1918.
La cerimonia conclusiva del Premio Pieve con l’incontro degli 8 diari finalisti è la festa della memoria autobiografica popolare, la casa dei diari che si apre al mondo per ridare voce a chi non trova spazio nei libri di storia. È anche l’occasione per consegnare il Premio Città del diario, il massimo riconoscimento dell’Archivio diaristico nazionale, quest’anno andato ad Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant’Egidio, da sempre impegnato a difesa della pace e della memoria.
La 38a edizione del Premio Pieve Saverio Tutino è dedicata al tema “Cercatori di pace”, e porta alla luce le storie autobiografiche inedite di otto persone comuni che hanno raccontato il ripudio della guerra, la ricerca degli ideali di pace.
Nel servizio le interviste a Sandro Clocchiatti, nipote del vincitore del Premio Pieve Saverio Tutino 2022 Ado Clocchiatti, ad Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant’Egidio e Natalia Cangi direttrice organizzativa dell’Archivio diaristico nazionale.