A Pisa il “padre” della street-art: 170 opere di Keith Haring a Palazzo Blu
A 32 anni dal grande murales “TuttoMondo” che l’artista americano realizzò sulla parete della chiesa di Sant’Antonio, la città toscana gli rende omaggio con una grande retrospettiva
Sventola la bandiera americana su Palazzo Blu Keith Haring torna a Pisa con una grande retrospettiva aperta fino ad aprile 2022 a trentadue anni da Tuttomondo il grande murales da lui realizzato nel 1989 su una parete della chiesa di Sant’Antonio.
La storia (ormai quasi una leggenda) è nota: fu il giovane gallerista Piergiorgio Castellani a incrociare l’artista per le strade di New York. Subito lo invitó a Pisa e Keith Haring realizzó nella città toscana la sua ultima opera, un inno alla vita e allo stesso tempo un testamento artistico. Haring mori infatti poco dopo il 16 febbraio del 1990.
La mostra a Palazzo Blu raccoglie oltre 170 opere provenienti dalla Nakamura Keith Haring Collection che si trova nel museo a lui dedicato in Giappone e che coprono tutto l’arco della sua carriera.
Haring considerato il padre della street-art iniziò a realizzare i suoi disegni nella metropolitana di New York perché voleva che l’arte fosse di tutti soprattutto dei bambini che così – diceva – non avrebbero avuto più paura a entrare nei musei.
Se si pensa a Keith Haring spesso lo si associa a quegli omini coloratissimi, divertenti e sempre in movimento che sono stati i precursori delle emoji che usiamo tutti i giorni nelle chat sul nostro telefono.
Ma la sua arte è in realtà molto più profonda e conserva una forte critica attuale ancora oggi alla società in cui viviamo toccando temi come la salvaguardia dell’ambiente, il razzismo, la guerra e i diritti dei gay.