Cultura/ARTICOLO

'Woman Power' 25 opere di Maria Lassnig a Palazzo Pitti

In mostra fino al 25 giugno le opere dell'artista austriaca pioniera del movimento femminista

/ Redazione
Mar 28 Marzo, 2017
Natura morta con autoritratto come sfera di vetro circa 1970-1973

Le Gallerie degli Uffizi, in collaborazione con l'Albertina di Vienna, dedicano una mostra all'austriaca Maria Lassnig, considerata, insieme a Louis Bourgeois e Joan Mitchell, una delle più importanti artiste della seconda metà del XX secolo. Negli ultimi anni alla Lassnig è stato riconosciuto un ruolo di pioniera del movimento femminista nelle arti visive, un riconoscimento che è stato consacrato quasi al termine della sua vita, nel 2013, con l'assegnazione del Leone d'oro alla carriera dalla Biennale di Venezia. Nel 2014, anno della sua scomparsa, il MoMA di New York dedicò a Maria Lassnig una grande retrospettiva conferendole così un riconoscimento artistico universale; nel 2016 è stata la volta della Tate Modern di Londra celebrare l'artista con una mostra.

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La mostra, che espone in tutto venticinque opere, offre uno spaccato significativo dell'evoluzione formale dell'artista. Tema ricorrente nelle sue opere se stessa, la sua persona intesa in senso strettamente fisico, il suo corpo. La Lassnig non aveva tuttavia un rapporto narcisistico con se stessa. Il suo corpo era in realtà un luogo da esperire, indagare e conoscere per rappresentare le sensazioni corporee, quasi un processo di autocoscienza corporea che si percepiva già nei suoi disegni giovanili degli anni Quaranta.

Il concetto chiave che più di ogni altro caratterizza l'opera di Lassnig è quello di Körpergefühl o "consapevolezza corporea". Infatti analizzando introspettivamente la vera natura della propria condizione, seppe usare il mezzo artistico per esprimere sensazioni corporee. Gli autoritratti, numerosissimi nella sua produzione costituivano di fatto una particolarissima forma di autoanalisi cui l'artista, dalla profonda sensibilità, si sottoponeva costantemente. 

Nel corso degli anni Settanta, durante il suo soggiorno in America, la Lassnig scoprì un ulteriore mezzo espressivo nei film di animazione e trovò tra l'altro un impiego alla Walt Disney Production. Realizzò cortometraggi con mezzi rudimentali, disegnati e scritti da sola, oltre che filmati e doppiati personalmente. 

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