Colpisce tutte indiscriminatamente: giovani e meno giovani, italiane e straniere, laureate o con la licenza media, impiegate o casalinghe. La violenza di genere è un fenomeno trasversale che non fa differenze di ceto o istruzione e in Toscana riguarda oltre 2.500 vittime all’anno, tante sono state le donne che negli ultimi dodici mesi si sono rivolte ai ventotto Centri antiviolenza attivi sul territorio, l’unico rifugio per chi subisce abusi tra le mura di casa.
Infatti nove donne su dieci sono state aggreddite, minacciate o perseguitate dal partner, un ex compagno o un parente mentre solo l’1,5% ha subìto abusi da uno sconosciuto: in tutto ai Centri antiviolenza sono arrivate 13mila donne negli ultimi sei anni.
Sono questi i dati del settimo Rapporto sulla violenza di genere in Toscana, che dipingono una regione che su questo tema non è decisamente un’isola felice. Nel 2014 in Toscana sono cresciuti i femminicidi, arrivati a 12, praticamente uno al mese, dato in aumento rispetto al triennio precedente che porta le vittime dal 2006 al 2014 a 77, tutte morte per mano di una persona che conoscevano: il marito, un pretendente respinto, un figlio.
Fondamentale per arginare questa piaga sociale è il lavoro dei Centri antiviolenza, a cui si sono rivolte per il 70% italiane, vittime soprattutto di mobbing e stalking, mentre le straniere subiscono maggiormente violenza fisica ed economica, perché sono meno indipendenti dal punto di vista lavorativo. Aumenta chi trova la forza di sporgere denuncia, ma resta comunque solo una donna su quattro: il legame affettivo tra vittima e aggressore pesa purtroppo ancora di più rispetto alla gravità dell’aggressione ricevuta.
Un altro segnale che il problema è soprattutto culturale e va cambiato lavorando sulla mentalità: positivi in tal senso i dati dei quattro centri che in Toscana si occupano del recupero degli uomini violenti, a cui nel 2014 si sono rivolte 88 persone per modificare il proprio comportamento.
“La presenza dei servizi sul territorio e l’attenzione mediatica influenzano positivamente il numero di segnalazioni da parte delle vittime e l’attenzione va mantenuta alta - sottolinea la vicepresidente della Regione, Monica Barni – negli anni tanta strada è stata fatta ma molta ne rimane ancora da fare, per questo il rafforzamento delle reti territoriali per la prevenzione e il contrasto alla violenza è una delle priorità della Regione."