Garantire maggiore tracciabilità, maggiori e tempestivi controlli del prodotto, tutelando così il consumatore: questa l'idea che sta dietro il nuovo provvedimento che ha stabilito che il vino Chianti Docg si potrà imbottigliare soltanto in Toscana. La modifica al disciplinare di produzione da parte del consorzio del Chianti è stata discussa ieri in un incontro fra il ministero delle Politiche Agricole, la Regione Toscana e la filiera.
"Tutto il Chianti che viene prodotto da oggi in poi sarà controllato ancora di più grazie ad una proposta che garantirà la tutela della denominazione, delle imprese e del consumatore - ha sottolineato Giovanni Busi, presidente del consorzio vino Chianti - in questo modo vogliamo tutelare una denominazione che rappresenta il Made in Italy nel mondo e che ci permetterà di tutelare non soltanto le imprese ma anche i consumatori attraverso un sistema che garantisce maggiore tracciabilità e controllo del nostro prodotto".
Non riguarderanno il provvedimento come previsto dalla regolamentazione dell'Unione Europea, le aziende confezionatrici ubicate fuori della Toscana che hanno già acquisito il diritto: cioè coloro che imbottigliano Chianti da almeno due anni. In questo modo sarà quindi possibile bloccare ogni nuovo imbottigliatore con sede fuori dalla regione Toscana garantendo un maggiore controllo dell'intera filiera e dell'effettiva qualità del vino imbottigliato. Il provvedimento passerà ora all'esame del Comitato Nazionale Vini per diventare oggetto di un decreto ministeriale.