Enogastronomia/ARTICOLO

Vino: presto all’asta un nettare ideato dall’inventore del Sassicaia

Vede la luce grazie a un discepolo di Giacomo Tachis, celebre demiurgo della cantina Antinori, un nettare ‘postumo’ che il maestro non riuscì a realizzare

/ Redazione
Lun 13 Novembre, 2017

Un vino che è un’opera letteraria postuma andrà all’asta tra i nettari provenienti dalla collezione del grande enologo Giacomo Tachis, celebre inventore del Sassicaia, per decenni demiurgo della casa vinicola Marchesi Antinori e morto nel 2016. Tra i vini all’asta ci sarà così anche un nettare di Pinot Nero che Tachis non ebbe mai modo di realizzare ma che un suo allievo ha ottenuto nel Chianti. L’appuntamento è dunque con l’asta che si terrà da Bolaffi, a Torino, il 16 e il 17 novembre con una serie di lotti di vino provenienti dalla cantina privata di Tachis.

   “Il lotto più speciale che verrà battuto sarà il Pinot Nero di Alessandro Cellai, fatto a Castellina in Chianti. Si chiama La Pineta di Podere Monastero”, ha spiegato la figlia Ilaria Tachis, parlando a San Casciano Val di Pesa (Firenze) dell’imminente incanto. “Un grandissimo vino anche se ancora poco conosciuto - prosegue - e l’autore è stato il più fedele esecutore dei consigli del babbo nonché suo alunno carissimo. Il babbo non ha avuto l’occasione di fare un grande Pinot Nero, forse il suo unico rimpianto, ecco perché ha incitato altri a farlo. Era uno tra i vitigni più elogiati insieme al Cabernet Sauvignon, il Carignano del Sulcis e il Sangiovese se di rango!”  

   I lotti più prestigiosi all’asta saranno “quelli relativi a Sassicaia e Tignanello, seguiti da alcuni vini francesi che erano stati regalati al babbo nel corso degli anni”, mentre “tra i vini che hanno più valore affettivo ci sono il Tignanello, il Sassicaia, il Campora di Falchini, il Castell’in Villa e il Castello dei Rampolla”.

   Ilaria Tachis ha inoltre spiegato che la decisione di mettere all’asta parte dei vini del padre è stata presa dopo la sua scomparsa “perché i vini devono essere bevuti da chi li ama e li apprezza (e noi in famiglia non possiamo berli tutti...), in un arco di tempo ragionevole. E anche perché vorrei con metà del ricavato fare della beneficenza a realtà che ho già individuato, mentre l’altra metà sarà utilizzata per investimenti nella nostra piccola azienda agricola a San Casciano”.

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