Ad aprire la seconda giornata di Terra Futura, la mostra convegno internazionale delle buone pratiche di sostenibilità ambientale, economica e sociale, in programma fino a domenica 19 maggio alla Fortezza da Basso di Firenze, è l’economista Susan George che, per impedire il “sopravvento” delle banche in Europa, propone tre vie: «È necessario regolamentare il capitalismo, lavorare con le associazioni che lottano contro i paradigmi fiscali esistenti e rinforzare quelle istituzioni, come Banca Etica, che resistono e non sono capitalistiche - afferma la George - . Ognuno può fare qualcosa, a partire in primo luogo dai cittadini, perché ovviamente non saranno i Governi ad agire in quanto totalmente asserviti alle banche e alle potenze finanziarie».
«Occorre quindi unire le forze di tutti - associazioni, cittadini, società civile - per cambiare rotta e uscire da un sistema in cui la finanza è fine a se stessa e non uno strumento a sostegno delle persone - continua la George -. Tra le grandi priorità: chiudere lo scandalo dei paradisi fiscali dove sono depositati almeno 26mila miliardi di dollari, risorse non tassate, che indeboliscono gli Stati e fanno ricadere l’intero costo della crisi sui cittadini».
Da qui la necessità di una tassa sulle transazioni finanziarie (TTF), la cui introduzione nell’Unione europea è stata sollecitata con forza dalla Campagna “ZeroZeroCinque”, promossa da oltre cinquanta organizzazioni della società civile italiana ed espressione di un più vasto movimento globale a sostegno della tassa. La Campagna ha accolto con soddisfazione l’autorizzazione del Consiglio europeo ad attivare la procedura della cooperazione rafforzata, permettendo così a undici Stati membri dell’UE, tra cui l’Italia, di introdurre un’imposta comune.
La nuova proposta di direttiva, presentata il 14 febbraio scorso dalla Commissione Europea, è un testo - così come attualmente formulato - gradito alla “ZeroZeroCinque”, che evidenzia però la necessità di alcune modifiche e integrazioni per rendere maggiormente efficace l'applicazione dell'imposta.
«Sappiamo che un euro utilizzato nel modo più opportuno può moltiplicare i propri effetti in termini di promozione di lotta alla povertà, inclusione sociale e creazione di valore sostenibile - commenta Leonardo Becchetti, docente di Economia politica all’Università di Roma Tor Vergata e portavoce della campagna. - Nonostante gran parte dei nostri destini si giochi proprio attorno alla finanza, e nonostante la crisi sia stata originata dai suoi dissesti, il dibattito economico sembra concentrarsi su altro, anche perché la complessità dei temi finanziari non aiuta la gente a farsi un’opinione».
A dimostrare quanto siano importanti i singoli cittadini nella ridefinizione del ruolo della finanza, anche la nuova campagna di educazione “Conimieisoldi” di Banca Etica, presentata oggi a Terra Futura: un’iniziativa che rende concreti e tangibili i tanti modi con cui i cittadini-risparmiatori agiscono dal basso per contrastare la finanza speculativa, che ha distorto l’economia globale negli ultimi decenni, scegliendo invece prodotti e servizi finanziari “etici”: pensati, cioè, in un’ottica di trasparenza, sostenibilità, a sostegno dell’economia reale e delle imprese che lavorano in settori di interesse collettivo, nel rispetto dell’ambiente e dei diritti umani. Attraverso un sito web (http://conimieisoldi.bancaetica.it) le persone che vorranno potranno raccontare la propria azione.
«C’è un sistema finanziario che è decine di volte l’economia reale e, nello stesso momento, è praticamente impossibile in Italia avere accesso al credito. Non solo la finanza non svolge il ruolo che dovrebbe, ma addirittura crea disastri. Serve quindi un diverso sistema finanziario, che sia strumento al servizio dell’economia e non fine a se stesso - afferma Andrea Baranes, presidente di Fondazione culturale Responsabilità etica, del sistema Banca Etica -. Con questa campagna vogliamo dimostrare che tutti noi con i piccoli risparmi possiamo indirizzare dal basso l’economia, scegliendo di finanziare agricoltura biologica piuttosto che mine antiuomo».
Ad affrontare il fenomeno delle implicazioni finanziarie a livello globale, anche Caritas Italiana, che ha presentato a Terra Futura il sussidio “Finanze e speculazioni, o cura del bene comune?” (EDB n.17, 2013): la crisi finanziaria ha costretto a immettere grandi quantità di denaro pubblico per salvare tutte quelle banche che non riuscivano a recuperare i crediti. Il minor denaro disponibile ha innescato una spirale recessiva negli scambi internazionali.
Contemporaneamente i Paesi “BRICS”, o emergenti, si sono affacciati sul mercato con prezzi concorrenziali, con impatto negativo sulle produzioni dei Paesi più deboli. Per effetto speculativo sono aumentati i prezzi agricoli, la disoccupazione e la povertà. Di conseguenza sono anche aumentate le proteste e i conflitti. Alta la competizione in particolare per le risorse e la disponibilità di cibo: sono 40 i Paesi a rischio entro il 2030, per i quali la produzione è in pericolo a causa di cambiamenti climatici, land grabbing, speculazione finanziaria…
Ambiente/ARTICOLO
Vincere la crisi, il ruolo dei cittadini europei
Per cercare di emarginare gli effetti negativi di questo periodo è necessario riportare la finanza al servizio dell'economia reale e del bene comune
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