Gli artigiani di Cna la chiamano “fase tre”, l’ultima. Ma potrebbe non partire mai. E’ una delle priorità da sempre messa nell’agenda della Cna locale di Viareggio che anche in passato, ed in più occasioni, aveva manifestato l’importanza di creare, a fianco del Centro Servizi, un polo tecnologico per la ricerca e lo sviluppo della diportistica. Dopo la “Fase 1” (l’Area del Cotone che ha permesso alle aziende della subfornitura di insediarsi in un’area circoscritta ed ottenere spazi adeguati di crescita e sviluppo) e la “Fase 2” (quella del Polo Nautico), Cna aveva rimarcato l’urgenza, dopo tanti sforzi e anni di lavoro, di passare alla terza fase. La fase del Polo Tecnologico. Una partita su cui Cna non è disposta a rimandare il dibattito.
Ma le ultime vicende viareggine sembrano escluderlo. Cassato dal Piuss, dopo che era stato rimandato per fare posto al rilancio del Centro Congressi. E alla fine spinto in un cassetto. Proprio come il rilancio della congressualistica.
Una decisione che non è andata giù agli artigiani della diportistica che si allineano l’appello lanciato prima dalla Regione Toscana, con Enrico Rossi, dalla Provincia di Lucca con l’Assessore allo Sviluppo Economico, Francesco Bambini: “il polo tecnologico è una delle priorità per il settore necessario per rilanciare il comparto e permettergli di assicurarsi il primato a livello internazionale; a maggior ragione in questo difficile e delicato momento economico. Troppo rischioso non farlo – spiega Andrea Giannecchini, Referente Cna Nautica Nazionale, ma viareggino doc - la nautica ha bisogno di una fase tre che sia legata alla crescita delle risorse immateriali delle aziende e delle competenze tecnologiche. Non credo sia un problema di soldi: quelli si trovano se uno strumento è ritenuto uno strumento necessario. A questo punto, e dopo tutto questo parlare, mi chiedo dove vogliono portare la nautica e quali sono le strategie per il settore. Noi non le riusciamo più ad individuare. Ma il polo tecnologico è uno snodo fondamentale; il progetto va recuperato. E’ urgente tornare a parlarne, ed il luogo più indicato, a nostro parere, è il comitato di distretto. Noi non molliamo su questo strumento”.