Atmosfere oniriche tra fantasy e surrealismo a "Vestirsi da uomo", l'evento fashion finale di questa edizione di Pitti Uomo, che è andato in scena ieri sera nei saloni della settecentesca Villa Favard. La performance, progettata dalla Fondazione Pitti Discovery, è stata curata dal direttore artistico Marc Ascoli, che vanta collaborazioni con fotografi come Mario Testrino e Paolo Roversi, in collaborazione con gli studenti del Polimoda.
Tra le pareti affrescate, hanno sfilato modelli che sembravano quadri viventi: personaggi enigmatici con maschere da coniglio, come usciti dai film di David Lynch.
Ad andare in passerella sono stati i look messi a disposizione da dodici aziende internazionali e ricomposti dai giovani creativi del Polimoda, con la guida della sua direttrice Linda Loppa. Le griffe sono Barbour, Black Fleece by Brooks Brothers, Borsalino, Cruciani, Engineered Garments, Folk, Herno, Lardini, Salvatore Piccolo, Santoni, Tonello, Yuketen.
I 'conigli' hanno indossato giacconi heritage, kilt con sottogonne, leggins fatti a maglia, a uncinetto, dai colori al neon.
Nelle sale set in tema con la serata: grucce appese negli armadi che perendono vita da sole, come burattini, schermi neri davanti a cui si alternano modelli in abiti surreali.