Potrebbe arrivare dall’Università di Firenze il farmaco capace di trasformare in realtà lo scenario immaginato nel film “The eternal sunshine of the spotless mind”, in grado cioè di innescare un meccanismo in grado di cancellare ciò che disturba la nostra memoria emotiva. L’interruttore è stato identificato da un gruppo di ricerca internazionale coordinato da Patrizio Blandina, ordinario di Farmacologia dell’Ateneo fiorentino. Gli studiosi hanno messo in evidenza che l’istamina cerebrale e in particolare l’attivazione del recettore H1 nell’ippocampo, sono indispensabili per rievocare un ricordo dovuto a esperienze traumatizzanti. Per modificare questi ricordi collegati alla paura giocherebbero un ruolo terapeutico gli antiistaminici anti–H1, farmaci impiegati di solito per il trattamento delle allergie e cinetosi.
“È convinzione diffusa che, una volta formati, i ricordi emotivi siano permanenti – spiega il professor Blandina – lo studio, condotto su modelli animali, suggerisce invece che è possibile non solo modificare alcune memorie emotive, ma anche cancellarle. I risultati indirizzano la ricerca verso nuovi obiettivi per il trattamento farmacologico di disturbi quali le fobie, gli attacchi di panico e i disturbi da stress post-traumatico e l’ansia, così come per migliorare l’efficacia delle psicoterapie di esposizione”.
La ricerca è stata condotta da ricercatori dei dipartimenti di Neuroscienze, Psicologia, Area del Farmaco e Salute del Bambino, Medicina Sperimentale e Clinica e Scienze della Salute dell’Ateneo, in collaborazione con studiosi del Centro di Memoria dell’Università Cattolica Pontificia del Rio Grande del Sud di Porto Alegre, nell’ambito del programma “Scienza senza frontiere”, finanziato dal governo brasiliano.