Salute/ARTICOLO

Una vacanza senza genitori per imparare a 'gestire' il diabete

Tornano i campi scuola estivi della Regione Toscana per bambini e adolescenti gestiti dal Centro regionale per il diabete

/ Redazione
Ven 17 Marzo, 2017
Diabete Summer Camp

Divertirsi, fare sport, conoscere altri coetanei, stare all'aria aperta, a contatto con la natura ma anche acquistare autonomia. Questi sono gli obiettivi dei campi scuola estivi che dal 2000 la Regione Toscana sostiene per bambini e adolescenti con diabete. Un sostegno che viene riconfermato anche per il 2017.

Ai campi scuola, che sono gestiti dal Centro regionale per il diabete dell'età evolutiva dell'azienda ospedaliero-universitaria Meyer, dalla Asl 6 di Livorno e dalla 9 di Grosseto, i ragazzi imparano, con l'aiuto di medici e psicologi, a gestire il diabete e superare i problemi connessi con la convivenza con una patologia cronica.

I campi per i ragazzi più grandi (11-16 e 14-17 anni) sono rivolti ai soli ragazzi, con la partecipazione di 3-4 ragazzi di età superiore, che svolgono la funzione di "diabetico guida", grazie alle esperienze già maturate nei precedenti campi scuola. I campi per i più piccoli sono rivolti ai gruppi familiari e il bambino (6-10 anni) partecipa con entrambi i genitori. Ai campi sono presenti medici, infermieri, psicologi, pediatri, dietisti, preparatori atletici della facoltà di scienze motorie, personale dell'Associazione diabetici. I campi si svolgono in montagna, in agriturismo, in barca.

Ogni anno nella fascia di età 0-14 anni si verificano 8-10 nuovi casi ogni 100.000 bambini e 6-7 nella fascia di età giovanile tra 15 e 29 anni. E il trend è in aumento, in Toscana come nel resto d'Italia: +3,6% l'anno. Il diabete dell'età evolutiva colpisce in Italia circa l'1 per mille della popolazione ed è pari a circa l'8% di tutti i casi di diabete. Questa patologia a carattere sociale emergente può essere affrontata con la prevenzione primaria e secondaria, ma quando si è ormai evidenziata, diventano fondamentali l'autocontrollo e la capacità di gestione da parte dei ragazzi.

Il periodo di vacanza (da 7 a 10 giorni) passato "da solo" rassicura i genitori sulla capacità del figlio di autogestirsi, e sviluppa nel ragazzo una maggiore sicurezza di sé. Per i medici, vivere in stretto contatto, 24 ore su 24, con i ragazzi, consente loro di osservarli più da vicino a stabilire con loro un rapporto che non è più di dipendenza medico-paziente, ma di collaborazione attiva e diretta. Le lezioni teoriche si alternano a esercitazioni pratiche e ogni ragazzo è stimolato a compiere da solo i controlli e le terapie necessarie.