Cultura/ARTICOLO

Una grande cattedrale per la piccola Colle

Nel cuore della Valdelsa una basilica ricca di gioielli artistici e di preziose reliquie

/ Redazione
Mar 10 Dicembre, 2013

Uno dei simboli civili e religiosi di Colle Val d’Elsa è il complesso del castello di Piticciano nella parte alta del paese. Anticamente il castello ospitava la chiesa di San Salvatore, uno dei punti di riferimento più importanti dei pellegrini che si muovevano lungo la Francigena. Nel Seicento dopo la nascita della nuova diocesi di colle Val d’Elsa si decise di erigere una nuova cattedrale in luogo dell’originaria pieve, L’edificio che doveva sorgere era diviso in tre navate separate da pilastri di forma rettangolare, geometria che rimanda alla sobria facciata neoclassica progettata dall’architetto Agostino Fantastici ( Montalcino , 1782 – Siena, 1845), ricoperta da laterizi e arenaria di colore marrone-rossastro e conclusa da un grande timpano triangolare con cornice dentellata. Nell’area presbiteriale sono conservati la sedia episcopale e la cattedra pontificale realizzate nel 1628 dall’intagliatore Silvestro Ceramelli per conto del vescovo Cosimo della Gherardesca, protetto di Maria Maddalena d’Austria consorte di Cosimo II de Medici. Grazie ai buoni uffici della granduchessa la basilica fu arricchita da arredi molto preziosi tra i quali spicca il crocifisso bronzeo di Pietro Tacca, allievo del Giambologna, e autore del celebre “cinghiale” di Piazza del Mercato Vecchio a Firenze. Nella cappella del transetto destro si conserva invece la reliquia del sacro chiodo, una delle ventinove preziosissime bullette usate per la crocifissione del Cristo. Il chiodo di Colle è sicuramente uno dei più venerati al mondo. Lungo 22 centimetri presenta una capocchia rotonda e una punta a forma di serpente. Secondo la tradizione questo manufatto servì a trafiggere il piede sinistro di Cristo e fu portato a Colle Val d’Elsa intorno al IX Secolo da un prete che a sua volta l’aveva ricevuto da un cardinale francese deceduto a Viterbo. Quando la reliquia arrivò a Colle era custodita in una astuccio di legno. Qualche secolo dopo i fedeli provvidero a inserirlo in un prestigioso tabernacolo, con decorazioni e finiture dorate, attribuito alla bottega di Mino da Fiesole. Vicino al tabernacolo del Sacro chiodo è presente inoltre un leggio in bronzo opera dello stesso Pietro Tacca. Tra le numerose cappelle presenti nelle navate e nei transetti, arredate con preziosi dipinti del Seicento, del Settecento e dell’Ottocento si segnala la cappella di San Marziale che insieme al beato Alberto, pievano della chiesa nel XII Secolo, è il patrono della basilica. Anche la figura di San Marziale è legata alla terra dell’Elsa da una leggenda. Il santo venne inviato in Gallia da San Pietro come missionario. Lo seguiva il fido Austricliniano, che una volta arrivato a Gracciano d’Elsa morì. Marziale preso dallo sconforto tornò da San Pietro che gli fece dono del suo bastone e quindi ripresa la strada per Gracciano operò il miracolo resuscitando l’amico. L’evento prodigioso, ricordato ogni primo di luglio a Colle, è immortalato in una tela del classicista Giovanni Paolo Melchiorri. Marziale è considerato il primo evangelizzatore degli abitanti delle genti di Colle Val d’Elsa. Dal 1940 la chiesa è stata dichiarata monumento nazionale.

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