Si chiama Ados e rappresenta la sigla di Autism Diagnostic Observation Scale. Si tratta dell’innovativo metodo di diagnostica dell’autismo che permette di dare una definizione diagnostica della malattia grazie all'osservazione diretta di bambini e adulti in particolari situazioni cliniche.
“L'Ados - spiega il neuropischiatra Roberto Canitano - attraverso test specifici consente di riprodurre particolari contesti che permettono di osservare i comportamenti rilevanti ai fini della diagnosi della malattia. L'Ados può essere utilizzato per valutare quasi tutti i soggetti con sospetto di sindrome autistica, dai più giovani e non-verbali agli adulti con normali capacità verbali-cognitive”. Su questo metodo sarà incentrato il corso di formazione organizzato al policlinico Santa Maria alle Scotte, il 5 e 6 novembre, da Maria Grazia Burroni, direttore dell'Area delle Professioni Sanitarie della Riabilitazione, in collaborazione con Joussef Hayek, direttore della Neuropsichiatria Infantile.
Il corso Ados è rivolto a neuropsichiatri infantili, pediatri, psicologi, neuropsicomotricisti, logopedisti e fisioterapisti che saranno abilitati all'utilizzo di questa particolare modalità di intervento. "L'obiettivo del corso è far acquisire conoscenze teorico-pratiche sui contenuti dell'Ados e offrire così una formazione professionale su questo strumento di valutazione attraverso l'uso, la somministrazione pratica, la siglatura e la decodifica dei dati raccolti - spiega Maria Grazia Burroni - Il metodo permette di dare una definizione diagnostica della malattia grazie all'osservazione diretta del bambino in particolari situazioni cliniche”. Il corso è tenuto dalla dottoressa Antonia Ayala, specialista del Centro Comunicazione e Autismo dell'università del Michigan che illustrerà l'uso clinico di questo metodo.