Cultura/ARTICOLO

Un libro sulla famiglia Fossombroni Tra musica, misteri e Casanova

Mercoledì 14 maggio all'Accademia dei Georgofili, viene presentato il romanzo "La tela del ragno", di Elisabetta Magnelli

/ Redazione
Mar 13 Maggio, 2014
fossombroni

Si dice Fossombroni e si pensa a una delle famiglie più potenti della Toscana che hanno fatto la storia del nostro territorio. Oltre a Vittorio, famoso matematico e politico stimato addirittura da Napoleone Bonaparte, ad essere oggetto di interesse è il fratello Anton Maria, primogenito del conte Giacinto Fossombroni.

Il romanzo “La tela del ragno” di Elisabetta Magnelli Fossombroni è dedicato proprio a questo misterioso personaggio, di cui abbiamo potuto ricostruire le vicende soltanto di recente, grazie ad un epistolario rinvenuto in una delle residenze di campagna appartenuta alla dinastia.

Dagli scritti, è stato possibile anche ripercorrere e conoscere i vari aspetti dell’Europa dei teatri e delle Logge Massoniche che ha caratterizzato la seconda metà del Settecento.

“La tela del ragno”, edito da Effigi, viene presentato mercoledì 14 maggio alle ore 17, all’Accademia dei Georgofili a Firenze. Intervengono per l’occasione Donata Bartoli, professore di Storia della musica al Conservatorio L. Cherubini; Zeffiro Ciuffoletti, docente di Storia contemporanea dell’ateneo fiorentino e Sandra Landi, scrittrice e saggista.

Ma chi era Anton Maria Fossombroni? Un giovane musicista con numerose porte aperte davanti a sé ma che, a soli 26 anni, nel 1776, decide di fuggire dalla casa paterna a causa di debiti di gioco. Per ben 5 anni rimane irreperibile, frequentando Casanova a Venezia, insegnando musica a Trieste e, infine, diventa direttore artistico al Teatro San Pietro.

Dopo aver insegnato canto alle figlie di un noto medico viennese, entra a far parte dell’orchestra di Haydn, guadagnando la stima di Salieri, Gluck e Metastasio.

Grazie al ritrovamento dell’epistolario, la scrittrice Elisabetta Magnelli riaccende l’attenzione su una figura che all’epoca dei fatti, per le sue scelte non condivise dal padre, fu ignorata perché ritenuta, secondo i canoni ottocenteschi, un elemento di disonore.