Il Carnevale medievale a San Casciano Val di Pesa che andrà 'in scena' domenica 26 marzo è un’occasione spettacolare per rivivere la storia in chiave contemporanea. Protagonisti circa mille cittadini che a partire dalle ore 14.30, sfileranno, reciteranno, suoneranno, danzeranno, si faranno interpreti dei temi propri del Medioevo quali superstizioni, paure, giochi, battaglie, feste, cibo. Alla ricerca di un passato da riscoprire e di una nuova festa da condividere. È questo l’obiettivo del Comune di San Casciano, dei partner artistici, Laboratorio Amaltea e Associazione delle Contrade, con il sostegno di ChiantiBanca.
L’ottava edizione, in programma domenica prossima tra le vie del centro storico di San Casciano, rievoca una storia che viene da lontano. La tradizione affonda le proprie radici nell’antica sfida che metteva a confronto abilità e inventiva delle cinque contrade sancascianesi: Gallo, Cavallo, Giglio, Leone e Torre. Oggi, a distanza di sette secoli, simboli, valori e colori del passato tornano ad intrecciarsi nello spirito collettivo e popolare di una kermesse che vuole rendere omaggio alle origini di San Casciano e alla sua vitalità millenaria.
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Dopo vari assedi e attacchi militari, tra cui quello del temuto condottiero Castruccio Castracani, il borgo di San Cassiano fu sostenuto nel 1355 dalla Repubblica fiorentina che investì 35mila fiorini per costruire le mura, testimonianza tra le più significative del Medioevo toscano, in parte ancora visibili. "Lo scenario architettonico - spiega Marco Niccolini, presidente delle Contrade sancascianesi - arricchisce la sfilata delle contrade che partono dalle strade più antiche di San Casciano, sfilano per il paese e si esibiscono al cospetto della tribuna d’onore (lungo le mura antistanti piazza della Repubblica) per conquistare la chiave del borgo".
La contrada del Giglio prende le mosse da via IV Novembre, la cui direzione è quella orientata a Firenze, non a caso il fiore-simbolo contradaiolo rende onore a quello del capoluogo toscano. Il Cavallo è la contrada che parte da Borgo Sarchiani, a sud di San Casciano in direzione di Siena, e rievoca i colori dell’antica rivale fiorentina. Il Gallo, il cui quartier generale è via Roma, fa riferimento al contado, alle aree di campagna di San Casciano e la Torre che occupa via Morrocchesi lega la sua storia alla testimonianza architettonica della vicina porta senese. La quinta contrada, quella del Leone, si aggiunse in un secondo momento, voluta dal ceto nobile che abitava in quella che oggi si si chiama via Machiavelli. Ovviamente a rappresentare la classe signorile non poteva che essere un simbolo di forza come quello del leone.
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