Ambiente/ARTICOLO

Tutela dell'archeologia nel mare No problem, c'รจ il robot TifOne

Realizzato dalle università di Pisa e Firenze tramite il progetto "Thesaurus"

/ Redazione
Mar 10 Dicembre, 2013
Tifone robot
Censire, monitorare e tutelare l'immenso patrimonio storico che giace sui fondali dei nostri mari fino a trecento metri di profondità, da oggi sarà possibile grazie a 'TifOne': un robot subacqueo tecnologicamente avanzato in grado di mappare i fondali in completa autonomia, senza bisogno cioè di una guida umana. Il robot realizzato grazie al progetto 'Thesaurus', con finanziamento della Regione Toscana, è stato sviluppato dalle Università di Firenze e Pisa.

Le due università toscane hanno progettato il nuovo tipo di robot subacqueo autonomo (Auv), scherzosamente denominato 'TifOne', realizzandone tre esemplari. Si tratta di sofisticati robot dotati di sistemi per l'acquisizione di immagini acustiche ed ottiche e la loro elaborazione (telecamere e sonar), finalizzata al riconoscimento di artefatti di interesse storico ed archeologico e alla successiva ricostruzione in 3D.

Impiegare più minisottomarini insieme consentirà di ridurre l'utilizzo dei mezzi di appoggio in superficie che costituiscono il costo maggiore di ogni operazione in mare. Inoltre per la prima volta gli Auv saranno collegati attraverso una rete informatica che consentirà loro di prendere in autonomia decisioni elementari, come convergere tutti su un punto a seguito di una segnalazione partita da uno dei sottomarini dello 'sciame'.

Il progetto 'Thesaurus' è stato illustrato questa mattina a Livorno nell'aula didattica della caserma dei vigili del fuoco sezione porto, da Andrea Caiti, vicedirettore del centro di ricerca 'E. Piaggio' dell'università di Pisa
. ''L'obiettivo finale - ha spiegato Caiti - è quello di arrivare ad un robot che lavori senza bisogno di guida: l'idea di 'sciame' prevede infatti di avere un veicolo in superficie, orientato da Gps, che guidi gli altri due tramite modem acustici sott'acqua all'esplorazione dei fondali''.

Lotta ai predoni del mare, quindi, e a quelli dei relitti sommersi, ma anche possibili impieghi per la tutela ambientale: ''Con questa tecnologia - ha aggiunto Caiti - possiamo anche pensare ad applicazioni ambientali: attraverso 'Tifone' potrebbero essere eseguiti, ad esempio, monitoraggi e analisi costanti della qualità delle nostre acque, riuscendo a individuare in anticipo eventuali fonti inquinanti, mentre con i sistemi odierni possiamo intervenire solo quando il danno ambientale è già stato fatto''.

Dopo la presentazione del progetto, costato 1,8 milioni e al quale hanno partecipato 50 ricercatori, il 'TifOne' ha preso subito il largo: è stata effettuata infatti un'uscita in mare, grazie ai mezzi dei vigili del fuoco e sotto la supervisione della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana, per un esperimento di localizzazione e documentazione di un relitto della Seconda guerra mondiale, a circa un miglio e mezzo dal porto di Livorno, a una profondità di 20 metri.