Tusitala in lingua samoana significa “colui che racconta le storie”: è il soprannome che gli indigeni delle isole Samoa attribuirono allo scrittore Robert Louis Stevenson, che visse qui gli ultimi anni della sua vita.
“Tusitala” è anche il romanzo d’esordio del fiorentino Leonardo Sacchetti, uscito in questi giorni per Cult editore, che mantiene la promessa implicita nel titolo: le storie non mancano e s’intrecciano in una trama complessa, che si muove dall’Italia alla Germania, dal 1943 ai giorni nostri.
Il centro da cui si dipana la narrazione è però Firenze: è da qui che parte la ricerca alle opere trafugate dai nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale, in particolare le porcellane artistiche della Manifattura Richard-Ginori.
Tutto inizia quando Luigi, un anziano con la passione dei libri, viene trovato morto nella sua casa: qualcuno ha rubato la sua collezione di testi autografati. Il suo vecchio amico Giovanni, Suor Alisia e il giovane Dario si mettono sulle tracce di quel tesoro cartaceo scomparso.
Nel corso della loro caccia, i tre si imbattono in altre opere sparite e in strani personaggi, tra cui anche Rodolfo Siviero, lo 007 dell’arte, la mafia cinese e un’organizzazione neonazista.
Il viaggio per ritrovare della libreria di Luigi si trasforma nella scoperta del passato di ognuno di loro e di una collezione di “falsi autentici” tra Firenze, Milano e Lugano.
Cultura/ARTICOLO
"Tusitala": in viaggio da Firenze sulle tracce delle opere scomparse
Il romanzo d'esordio di Leonardo Sacchetti intreccia una storia di amicizia e spionaggio dalla Toscana alla Germania
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Tusitala