La conferma della 'forza' delle città d'arte, il ritorno sul litorale degli italiani ma un calo delle presenze in montagna. La Toscana che esce dal rapporto Irpet - Unioncamere, presentata al Cenacolo di Sant'Apollonia a Firenze, ha elementi di forza e criticità che delineano nel 2014 - nel complesso - un aumento sia di presenze (+1,2%) che di arrivi (+2,9%).
Un risultato che arriva dall'"inversione" tra stranieri ed italiani: se i primi restano sostanzialmente prossimi allo zero (un +0,1%, che arriva però dopo anni di aumenti tali da avere un +33% rispetto al 2000), gli abitanti dello stivale salgono del 2,5%. L'incremento interno arriva nei periodi non estivi, concentrandosi soprattutto tra marzo e maggio ed a ottobre, grazie anche ad un calendario che - dodici mesi fa - permise una serie di ponti festivi favorevoli. Nella norma invece gli arrivi internazionali, che si concentrano tra gennaio e febbraio (+4,5%) e nei mesi estivi (+1,8%).
Tra i Brics soltanto la Cina continua a manifestare ritmi di crescita delle presenze a doppia cifra (quasi +18%), mentre le difficoltà geopolitiche ed economiche frenano la Russia (-7,5%) e l'Argentina (-7,4%). Sul mercato europeo, se l'Est e la vicina Francia contribuiscono positivamente con un +8% e +5,2%, lo slowdown della crescita economica si traduce nel calo da Belgio ed Olanda (-6,1%) e dalla Germania (-2%).
Le città d'arte, però, continuano imperterrite: un +4,6%, frutto del costante incremento degli stranieri (+2,5%) ma soprattutto del ritorno - in massa - degli italiani, che si "ri-innamorano" dell'arte segnando un boom pari all'8,8%. Mercato interno che fa segnare 'più' anche alle località balneari, che del complessivo +0,5% vedono un +1,6% di presenze 'italiche'.
Numeri che si riflettono anche sul mondo imprenditoriale coinvolto nel settore turistico. Le 33.058 imprese censite a fine 2014 occupano oltre 128mila addetti; cifre che fanno sì che la Toscana incida per il 7,6% sul totale nazionale. Miglioramenti che si intravedono sulle stime, a cura di Unioncamere Toscana, sul 2015: se l'83% delle imprese pensa di mantenere stabile il personale - dato comunque positivo - l'8,8% prevede di assumere.
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