E' dibattito aperto sull'ipotesi del "numero chiuso" a luoghi simbolo del turismo italiano, a partire da Ponte Vecchio. A lanciare l'ipotesi era stato lo stesso ministro Dario Franceschini che ha parlato di "accessi regolamentati". Eppure in molti non sono d'accordo. A partire dal presidente del Consiglio Regionale Eugenio Giani che è intervenuto sull'argomento.
"Le città della Toscana di più grande rilievo turistico - spiega il presidente in una nota- da Firenze, Pisa, Siena, Lucca ma anche centri più piccoli come San Gimignano, hanno riscontrato quest'anno una maggiore affluenza. Tutto questo non può che farci felici e spingerci a continuare sulle politiche di promozione e di accoglienza e di modernizzazione infrastrutturale".
Secondo Giani "il ricorso al numero chiuso è impensabile e, anzi, parlarne non fa un buon servizio in una competizione globale anche sul richiamo turistico. Il problema di Firenze è quello di creare diversità di offerta e di percorsi, non limitandoci al classico quadrilatero centrale dell'antica città romana".
"A tal proposito, dice ancora, "il patto per Firenze che il sindaco Nardella sta impostando con il premier Renzi può tener conto di questa esigenza. A mio giudizio, ad esempio, è importante valorizzare l'Oltrarno fiorentino e per esso il passaggio che dalla fermata dell'autobus del Lungarno La Zecca può favorire la camminata dei turisti diladdarno". Importante, "potrebbe essere la realizzazione del passaggio nel tunnel dello spazio vuoto all'interno della pescaia di S. Niccolò per connettersi alla torre e a via S. Niccolò", e poi realizzando delle "scale mobili, come in uso in molte città italiane come Perugia, si potrebbe raggiungere Forte Belvedere". Per Giani "il costo di un'azione di questo genere potrebbe essere assolutamente gestibile, potendo preventivare 3 milioni di euro per l'impermeabilizzazione del tunnel nella pescaia e 2 milioni per la realizzazione delle scale mobili".