Il momento in cui si ha la consapevolezza - tramite il referto - di entrare in contatto con una malattia grave, come il tumore, è uno dei peggiori, per il percorso di cura di un paziente. In molti descrivono infatti quel momento - come conferma Lucia Galigani, direttore dell'Unità operativa di psiconcologia - come l'immagine di una bomba che esplode.
"Si tratta di una modalità aggressiva, che attacca e spezza l'equilibrio sia fisico che psichico del paziente", ricorda ancora Galigani, nell'annunciare la nascita nell'ospedale di Santa Maria Nuova a Firenze, di un ambulatorio dedicato alla consegna dei referti istologici, una struttura nella quale il chirurgo viene affiancato da uno psicologo.
"Questa modalità di intervento che s'inserisce nel più completo e complesso percorso oncologico che viene offerto al paziente - continua Caligiani-, ci permetterà di monitorare fin dall'inizio, attraverso specifici strumenti, l'impatto emotivo che la malattia può provocare nel paziente, nell'intento di prevenire eventuali o future derive psicopatologiche e attuare una modalità di intervento che tenga conto del malato nella sua globalità".
Parte quindi da Santa Maria Nuova un'esperienza pilota che consisterà dunque in un colloquio congiunto durante la consegna del referto istologico. Progressivamente strutture di questo tipo saranno estese anche a tutte le strutture oncologiche degli ospedali dell'Asl Toscana centro.