Secondo uno studio del Cnr di Pisa, credere aumenta la possibilità di sopravvivere. Di tre volte tanto
/ Redazione
Mar 10 Dicembre, 2013
dottoressa medico ospedale
Che sia Dio o Allah non importa, la fede religiosa aiuta comunque a sopravvivere. E' quanto emerge da uno studio condotto dall'Istituto di fisiologia clinica del Consiglio nazionale delle ricerche di Pisa (Ifc-Cnr) in collaborazione con il Centro trapianti di fegato dell'Università di Pisa. La ricerca, pubblicata sulla rivista americana Liver Transplantation, ha riguardato 179 persone, fra cui cristiani e musulmani, sottoposte a trapianto di fegato fra il 2004 e il 2007.
I risultati parlano chiaro: i pazienti credenti hanno il triplo di probabilità di sopravvivenza rispetto agli altri. ''Le uniche variabili in grado di predire la mortalità dei pazienti dopo il trapianto - spiega lo psicologo Franco Bonaguidi dell'Ifc-Cnr - sono la durata della degenza in terapia intensiva e, quale fattore negativo, l'assenza di ricerca di Dio, con un rischio relativo rispettivamente di 1.05 e 3.01. Questo significa che i pazienti che non dichiaravano questa ricerca di Dio durante il follow-up avevano un rischio di morte di tre volte superiore a coloro che l'hanno invece dichiarata''.
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