Sono trentasette le stagioni inanellate dall'Orchestra della Toscana nel 2017, un anno difficile segnato oltre che da incertezze di natura economica anche dall'improvvisa scomparsa del primo violino e maestro concertatore Andea Tacchi. Grazie al supporto della Regione Toscana è stato però firmato un nuovo contratto integrativo più flessibile e d economico, un passaggio effettuato in collaborazione tra le parti e lontano dal clamore dei riflettori. Nel 2017 l’ORT per la prima volta nella sua storia è diventata anche l’Istituzione Concertistica Orchestrale più finanziata dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali nell’ambito del F.U.S. 2016.
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Daniele Rustioni è stato riconfermato come direttore principale per i prossimi tre anni, sotto la sua direzione sarà completata la triologia discografica sul ‘900 storico per Sony Classical che dopo il volume su Giorgio Federico Ghedini, vedrà l’orchestra impegnata alla realizzazione del terzo disco dedicato a Alfredo Casella. Grande impegno anche sulla didattica con l’inaugurazione del corso di alta formazione ‘Yo Yo Youth Orchestra Youth ORT’ supportato da SIAE e riservato a dieci giovanissimi musicisti che si formeranno anche partecipando alle produzioni.
Il programma prenderà il via il 27 ottobre con il concerto inaugurale ispirato alla Russia tra fiabe e leggende popolari. Il maestro Rustioni dirigerà il violinista Roman Simović che per l’occasione suonerà uno Stradivari datato 1709 nell’esecuzione del Concerto n.1 di Prokof’ev, la Tzigane di Ravel, le Danze Polovesiane di Borodin e l’Uccello di fuoco di Stravinskij. Rustioni tonerà sul podio per la vigilia di Natale con un concerto dedicato a Beethoven, con l’Ottava Sinfonia, l’ouverture al balletto Le creature di Prometeo e il Quarto Concerto per pianoforte, forse una delle partiture beethoveniane più teatrali suonato dal veneziano Alessandro Taverna. L’altra serata con Rustioni è l’ultima di stagione, il 17 maggio. Ancora Beethoven, la Sinfonia Pastorale, e il grandioso Concerto op.15 di Brahms affidato alla pianista italiana del momento, la ventiquattrenne Beatrice Rana.
Si concentra sul primo romanticismo il concerto del direttore russo Maxim Emelyanychev, cresciuto suonando pianoforte, fortepiano, clavicembalo, cornetto rinascimentale, e che alla direzione si è avvicinato prendendo lezioni da una bacchetta storica dell’Urss, Gennadij Roždestvenskij. Il 30 novembre dirigerà la Sinfonia Scozzese di Mendelssohn e il Concerto n.1 di Chopin. Gile Bae, la pianista olandese di origine coreana che lo esegue, ha vent’anni, la stessa età di Chopin quando lo scrisse.
La serata del 9 gennaio sarà come un vero e proprio saggio musicologico diretto da Federico Maria Sardelli, accreditato tra i maggiori specialisti vivaldiani. Sarà dedicata gli autori dimenticati dalla storia come Anton Filz, violoncellista nella celebrata orchestra di Mannheim, e Johann Martin Kraus, coetaneo di Mozart che fu maestro di cappella alla corte di Gustavo III di Svezia, o un tantino trascurati, tipo il figlio di Bach, Carl Philipp Emanuel, per comprendere meglio su quale terreno, dalla metà del ’700, sia fiorito lo stile classico viennese espresso da Haydn e Mozart.
Per il Carnevale, 13 marzo, un concerto diretto dal giapponese Eiji Oue che guarda all’Europa orientale: Sinfonia n.1 e Concerto n.2 per violino di Proko’f’ev, il Notturno per archi di Dvořák e la Sinfonia n. 32 di Mozart. Solista il violinista serbo Nemanja Radulovic artista molto amato dal pubblico. A Pasqua, il 28 marzo, debutta all’ORT Ryan McAdams, giovane, estroverso direttore statunitense molto legato a Firenze perché qui ha fatto il suo esordio europeo sette anni fa, invitato dal Maggio. Nella prima parte del suo programma un Bach trascritto per la fisarmonica (solista la lettone Ksenija Sidorova) e il Concerto Dumbarton Oaks dove Stravinskij indossa vesti bachiane. La seconda parte è ambientata in Argentina, di cui Ginastera rielabora il folklore e dove il bandoneon di Piazzolla si muove a passo di tango.
All’America del Nord guarda il concerto di George Pehlivanian, artista cosmopolita d’origine armena, nato in Libano, cresciuto a Los Angeles, oggi professore tra Parigi e Madrid. Il maestro dirigerà le melodie di Ives e Copland al massimo livello la musica statunitense della prima metà del Novecento, con il clarinetto di Alessandro Carbonare. Giovedì 3 maggio tornerà sul podio dell’ORT Donato Renzetti. In programma la Sinfonia Sogni d’inverno di Čajkovskij e il Concerto per violino di Ermanno Wolf-Ferrari scritto negli anni Trenta e interpretato oggi da Francesca Dego, violinista uscita dalla scuola di Salvatore Accardo.
Come detto in precedenza alcuni musicisti passeranno al ruolo di direttori, si comincia l’8 novembre con il violoncellista Enrico Dindo. Poi, il 30 gennaio sarà il turno Michele Campanella, uno dei più grandi pianisti italiani, autentico intellettuale della musica che per il suo ritorno all’ORT ha scelto un tutto Mozart. L’11 aprile salirà sul podio la violinista fiorentina Lorenza Borrani, cresciuta alla Scuola di Fiesole dove continua a insegnare, poi scelta da Claudio Abbado per la sua Orchestra Mozart con un programma che dal secondo Novecento del compositore russo Alfred Šnitke, erede di Šostakovič, si riconnette, all’indietro, al Settecento viennese di Haydn. Invece dirige soltanto, benché sia un violinista di prima classe, Dmitry Sitkovetsky, classe 1954, fuggito ventenne dall’Urss per poter studiare a New York, con un programma che prevede Čajkovskij e la propria versione per archi delle Variazioni Goldberg di Bach.
Evento speciale il 20 marzo con la presenza sul podio del compositore Nicola Piovani, premio Oscar per la colonna sonora de La vita è bella, che presenta una scelta di musiche sue composte per i film di Benigni, Fellini e dei fratelli Taviani.
Per informazioni:
http://www.orchestradellatoscana.it/