Le bandiere nel calcio sono sempre meno. Il pallone d'oggi è fatto d'amori passeggeri, grandi colpi di fulmine e rarissime storie durature, di quelle che non si cancellano a colpi di milioni di euro, di sponsor e coppe da alzare al cielo. Quella di Francesco Totti invece è una di quelle storie di fedeltà che passeranno alla storia dello sport. E come era inevitabile il suo addio al calcio ha commosso mezza Italia, perchè a Roma si è celebrato non sono un grande campione ma un uomo che ha dimostrato di tenere attaccati alla maglia valori non più scontati.
In migliaia sono rimasti incollati alla tv per il saluto del "Re di Roma" al calcio giocato e sui social, sono fioccati i tweet, i post, i commenti. In poco meno di 22 ore il video "Totti: Draw My Life", postato sul profilo ufficiale della Roma ha messo insieme oltre 300 mila visualizzazioni, così come il suo discorso finale sul campo, con gli occhi gonfi di lacrime che sta rimbalzando da Twitter a Facebook.
Dal canto suo, un'altra grande bandiera dello sport italiano, Giancarlo Antognoni ha voluto commentare l'addio di Totti al calcio. "Una grande perdita per il calcio italiano - ha detto - Speriamo lo si acquisti come dirigente, sarà la sua nuova professione e sono convinto che la farà molto bene. Storia simile alla mia? Sì e penso siano anche un po' le ultime. Fare il dirigente mi ha permesso di vedere il calcio in modo diverso, spero sia così anche per Totti. Anche se smettere è sempre difficile''.
Ed è stata la moglie di Antognoni, Rita, a ricordare su Facebook l'ultima partita "dell'uomo che giocava guardando le stelle", proprio nel giorno in cui Totti ha appeso le scarpette al chiodo. "Nel nostro piccolo anche l'addio di Giancarlo fu stupendo - scrive lady Antognoni - c'erano circa 40.000 persone allo stadio e fu una cosa emozionante e bellissima, non c'erano allora i social ne l'attenzione mediatica di oggi, ma non potrò mai scordare i meravigliosi. Firenze è stata grandissima!".
La Fiorentina ha invece celebrato Totti con un tweet: "Anni di sfide, duelli e battaglie. Una bandiera da rispettare come avversario e come uomo", così come il ministro dello sport Luca Lotti che ha scritto, "In una partita vera, un grande Campione ha onorato per l'ultima volta la sua maglia! Grande Francesco".
E in quell'ultima volta di Totti all'Olimpico rimangono le sue parole, con la voce strozzata. "Vi amo - ha detto ai suoi tifosi. Mi tolgo la maglia per l'ultima volta e la ripiego per bene: ora si spegne la luce, e ho paura".
"Ho paura". Forse la frase più difficile da pronunciare e la meno scontata. Un campione, di quelli che in campo non ha mai temuto niente, neppure gli anni che pesavano sulle gambe ma che non gli hanno impedito di continuare ad essere per venticinque anni il numero uno. Una confessione di fronte a sessantamila persone. Quella voce che faceva fatica a venire fuori e quel "ho paura" che è uscito come un "rimanete con me" anche se non sarò più qui sul campo, con i riflettori e le telecamere addosso a farvi sognare.
Niente paura Totti. L'Olimpico ti ha già risposto.
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