A pochi giorni dal lancio della piattaforma Toscana Ovunque Bella – un progetto di racconto dal basso che può diventare un modello per la promozione dei territori – abbiamo raggiunto telefonicamente Simone Lenzi – cantautore e scrittore livornese cui è stato affidato l’incarico di coordinare la cura editoriale delle storie con cui i comuni si raccontano – per parlare dell’ideazione di una campagna di promozione turistica dal taglio inedito, che mette sullo stesso piano tutti i 279 centri di una Toscana che punta in questo modo a superare le dinamiche ricorsive del turismo di massa.
“L’idea è che i comuni si raccontino, che lo facciano come comunità, che ciascun comune trovi in sé qualcosa che senta il bisogno di narrare. Il progetto è stata definito attraverso una serie di riunioni, durante le quali abbiamo raffinato un format (storie in massimo 5 punti, di non più di 3000 battute e via dicendo), e il mio è stato un lavoro di redazione editoriale del materiale che arrivava direttamente dai comuni”.
È stato semplice suggerirgli il modo giusto di raccontarsi?
“Abbiamo cercato di far capire alle amministrazioni che non ci interessava una descrizione esaustiva di tutto quello che c’è in un luogo, volevamo stimolarli alla capacità di scegliere, di puntare il fuoco su qualcosa di particolare o che loro ritenessero in qualche modo identitario per la loro realtà. In molti casi ci siamo riusciti in altri la comunicazione è stata più difficile e come è lecito attendersi ci sono stati risultati diversi, molti hanno centrato perfettamente il punto, mentre con altri è stato un po’ più complicato, ma questo era prevedibile”.
Un cantautore e scrittore alla guida di un progetto di promozione territoriale, come mai?
“La mia collaborazione è nata perché in Fondazione Sistema Toscana qualcuno ricordava un mio pezzo uscito per Repubblica in cui dicevo che la Regione avrebbe dovuto fare qualcosa per raccontarsi in una forma nuova, così sono stato coinvolto in questo progetto nato da uno spunto del presidente Rossi che andava proprio in questa direzione”.
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Ora che la campagna è online, che effetto ti fa navigare il sito?
“Vedendomi come utente e non come uno che ci ha lavorato, mi affascina molto l’idea di avere una mappa e spostarmi sui punti di questa mappa, capire cosa c’è intorno a cosa e quindi potermi disegnare itinerari sempre diversi sulla base di suggestioni che mi arrivano dai racconti presenti nel sito, da ciò che i comuni raccontano di loro stessi. Per esempio ho scoperto che a Palaia, un comune a pochi chilometri da dove vivo, c’è questo assurdo tempio neoclassico che un medico ha costruito in onore di suo padre, una vicenda che finisce per intrecciarsi con quella di Lord Byron… e io, che non ne avevo idea, la prossima volta che passerò da quelle parti mi fermerò sicuramente per una sosta”.
Questo progetto va nella direzione di un turismo diffuso, riuscirà a portare qualche visitatore verso i centri meno battuti?
“Il sito mi pare che sia riuscito molto bene, ho raccolto un po’ di reazioni di persone che conosco che l'hanno visto: si sono complimentate. Vedremo come andrà ma ho una certa fiducia in questo progetto, la sua ricchezza sarà anche l’abbondanza, ci sono 279 comuni in Toscana e il fatto che ciascuno trovi qualcosa da mettere alla ribalta sarà la prova-provata che questa Regione ha un patrimonio inestimabile, cosa che già si sa ma sulla quale è utile che ci sia una consapevolezza diffusa. Oltre all’ovvia utilità per utenti e turisti secondo me esiste anche un’utilità apparentemente marginale – ma poi neanche più di tanto – ed è quella di invitare le comunità locali a riflettere su se stesse, su cosa hanno e su cosa possano esprimere”.