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Toscana, Governo del territorio e partecipazione. A che punto siamo?

Intervista al Garante per l'informazione e partecipazione della Regione Toscana, Francesca De Santis. I dati, il rapporto con i garanti locali, l'utilizzo della rete per informare, comunicare e partecipare

/ Simona Bellocci
Gio 18 Maggio, 2017
firenze veduta aerea

Una svolta culturale - ma anche politica e sociale - nel rapporto tra amministratori e comunità locali è quella rappresentata  dalla partecipazione dei cittadini rispetto al governo del territorio, quindi riguardo agli atti che gli enti locali redigono su settori come quello del paesaggio o dell’urbanistica.

Una partecipazione delle comunità che parte dalle fasi di avvio degli atti di pianificazione fino all’adozione dei piani, dettata dalla legge e assicurata dall’istituzione dei garanti. La Regione Toscana  ha infatti nominato nel  2014 questo tipo di figura a livello regionale, un’autorità che ha funzioni di garanzia ma anche di monitoraggio, supporto e coordinamento, rispetto ai garanti locali.

In Toscana il Garante Regionale è rappresentato dall’avvocato Francesca De Santis, che abbiamo incontrato per spiegare come e con quali modalità agisce per garantire adeguate forme di informazione e partecipazione dei cittadini rispetto agli atti adottati da Regione ed enti locali. Un’occasione – ci spiega il garante – sarà quella del prossimo 26 maggio, data in cui si terrà un convegno aperto al pubblico, “La partecipazione nel governo del territorio in Toscana” al Cinema La Compagnia di Firenze. Un’iniziativa che rappresenta anche l’occasione per presentare il nuovo regolamento regionale, che mette in atto le disposizioni dettate dalla legge 65 del 2014 che disciplina appunto il governo del territorio.

Garante, partiamo dai dati. In Toscana è garantita la partecipazione negli atti di governo del territorio o c’è ancora da lavorare?

Dalla relazione sul monitoraggio, che ho consegnato alla Giunta ed alla Commissione consiliare lo scorso aprile, emerge purtroppo che soltanto il 10% dei rapporti e dei programmi delle attività esaminati, realizza una effettiva ed efficace partecipazione.  Siamo ancora fermi su programmi che prevedono informazione e comunicazione.

Mancano quindi azioni più capillari sulla partecipazione. Perché?

Credo che non sia stato compreso a livello di amministrazioni locali, il passaggio da legge regionale 1 del 2005 alla legge 65 del 2014. E’ proprio in questo passaggio culturale che si obbligano le amministrazioni ad effettuare la partecipazione dei cittadini tra l’avvio del procedimento e l’adozione del piano, questa è la vera novità della legge, ribadita dal regolamento.  La legge impone infatti  di indicare un piano delle attività di informazione e partecipazione che deve essere preciso e dettagliato. A redigerlo è il responsabile del procedimento, il  garante invece è il responsabile dell’attuazione. C’è ancora un problema di comprensione e chiarezza delle competenze di queste due figure.

Serve maggiore consapevolezza dei ruoli e dei compiti?

Per fare più chiarezza  - legato al convegno del 26 maggio - c’è in programma anche un corso di formazione che organizziamo con ufficio del Garante regionale. Un’iniziativa a spese della Regione e rivolta a tutti i garanti locali ma anche ad amministratori e funzionari dei comuni e di altri enti locali. Il corso è incentrato su  tutta la parte normativa della partecipazione, quindi sia la legge 65, sia il nuovo regolamento regionale. E poi ricordiamo le linee guida che saranno approvate entro agosto dalla Giunta Regionale, in applicazione e attuazione della legge regionale e del Regolamento. Questo corso di formazione sarà riproposto – con lo stesso modulo – in 8/9 giornate in tutto il territorio  regionale, partendo da Firenze, Siena, Pisa e Lucca.

Qual è il rapporto tra la sua figura e quella dei garanti locali, come assicurate, insieme adeguate forme di partecipazione dei cittadini?

Il garante regionale ha il compito di supportare, collaborare e coordinare l’attività dei garanti locali. Le modalità del rapporto tra queste figure è esplicitato nel Regolamento che presenteremo pubblicamente il 26 maggio e  che introduce le modalità che - concretamente e operativamente - permettono questo rapporto. Il punto è che molto spesso nelle amministrazioni locali non è sempre nominato un garante in maniera stabile, viene nominato di volta in volta in relazione al governo del territorio.

Un problema non di poco conto. Come pensate di risolverlo?

Qualche soluzione c’è. Per esempio è consentita - per i comuni sotto i 20 mila abitanti (che rappresentano il 90% dei comuni toscani n.d.r)-  la possibilità di incaricare un garante stabilmente. Ricordo che non è necessario nominare un professionista esterno ma questa figura può essere individuata anche all’interno e questo anche in relazione alle difficoltà finanziarie degli enti locali più piccoli.

Ci sono altre novità introdotte dal Regolamento regionale?

Una è sicuramente l’introduzione della Conferenza dei Garanti che verrà convocata almeno 2 volte all’anno. Rappresenta  un luogo di confronto e di scambio di idee, proposte, di miglioramento e di aiuto operativo tra garanti, per poter costruire insieme una partecipazione che sia effettiva ed efficace.

Siamo nell’era di internet, tutto passa dalla rete, con una pubblica amministrazione che utilizza sempre di più web e social per comunicare. Ed a livello di partecipazione cosa rappresenta la rivoluzione digitale in atto?

E’ importantissima.  Il regolamento – ed anche questa è una novità – ha esplicitato che la partecipazione può avvenire anche in forma digitale. Su questo - le linee guida che saranno presto approvate - saranno ancora più dettagliate sulle modalità e tecniche da attuare, anche online. Il che non esclude la necessità  di incontri pubblici che dovrebbero essere susseguenti rispetto alla partecipazione digitale. Sulla base dei contributi pervenuti online sarà possibile  orientare meglio gli incontri e le successive forme di partecipazione.  E’ affidata al responsabile del procedimento l’individuazione delle modalità, delle tecniche e delle forme di partecipazione. Ovvio che nel momento in cui il Regolamento in cui dettaglia espressamente che la partecipazione può essere anche digitale, segna già una strada da seguire.

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