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Toscana Digitale, le smart cities del mare (ri)partono da Livorno

Di mare (e digitalizzazione) si è parlato a Livorno. Non solo banda ultralarga anche nelle isole, dall'Elba al Giglio, ma un nuovo modo condiviso di pensare al futuro

/ Gianluca Testa
Ven 6 Luglio, 2018
Toscana Digitale

"Toscana Digitale" non è solo una definizione. Non è solo un tour, né solo un progetto complesso capace di garantire connettività e servizi ai cittadini e alle imprese. Toscana Digitale è molto più di tutto questo. È una visione di futuro e un richiamo alla cooperazione da parte delle pubbliche amministrazioni. La Regione sta facendo la sua parte investendo energie e risorse. Tante risorse. Ma i progetti non possono essere scollegati tra loro, ci dev'essere un'idea comune da perseguire e le conoscenze - così come le competenze - non possono restare ad esclusivo appannaggio di coloro che per primi hanno avuto la giusta intuizione. Sì, perché i bei progetti digitali possono essere replicabili ed esportabili. Quindi devono essere condivise.

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Tutti concetti, questi, che sono stati espressi con parole chiare durante la quarta tappa del tour (l'ultima prima della pausa estiva; il cammino riprenderà a settembre) promosso da Regione Toscana insieme ad Anci, Cispel e Fondazione Sistema Toscana per raccogliere istanze, condividere idee e buone pratiche e, non da ultimo, offrire spazi di partecipazione e confronto. Non solo per enti, ma anche per le imprese e i cittadini, veri destinatari dei servizi capaci di incidere sulle economie e sulla qualità di vita di un territorio.

«Il mare è essenziale per lo sviluppo di una regione come la nostra. Dobbiamo essere in grado di realizzare le smart cities del mare. Non serve inventare tutto da capo, basta andare a vedere le cose meravigliose che già esistono in Europa e coinvolgere in questo progetto anche le università del territorio». È l'auspicio che Vittorio Bugli, assessore regionale alla Presidenza, non a caso ha lanciato proprio durante la tappa che si è svolta nel Cisternino di Città, a Livorno.

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Una bellissima struttura neoclassica che a suo modo, in passato, ha rappresentato l'avvento della modernità, che nel Settecento corrispondeva alla fruibilità dell'acqua per tutti. Oggi il paradigma è lo stesso, ma stavolta non si tratta di potenziare le risorse idriche bensì l'infrastruttura digitale. A partire dalla banda ultra larga, su cui Regione Toscana (prima in Italia a garantire ovunque connessioni fino a un gigabit al secondo) e Ministero dello sviluppo economico, grazie soprattutto ai fondi comunitari, stanno investendo ben 228 milioni. Per undici Comuni, invece, i finanziamenti arrivano direttamente dalla Regione. A proposito di smart cities del mare: la prima fase degli interventi comprende 69 Comuni e alcuni di questi sono al largo dell'arcipelago toscano, sia all'Isola d'Elba sia al Giglio.

Per Bugli si tratta di un lavoro da «fare insieme», quindi non c'è modo migliore che ascoltare il territorio. Non solo mettendo in evidenza ciò che funziona, ma segnalando anche le criticità. «Ci sono domande che hanno bisogno di risposte e di risorse» ha aggiunto da Livorno, dove i tavoli di lavoro aperti a cittadini e operatori si sono concentrati come sempre su infrastrutture, servizi digitali, smart city e comunicazione pubblica. «Se vogliamo continuare a essere i primi, occorre star dietro alle cose pratiche. Se troviamo un geometra che non dà l’autorizzazione per uno scavo o si fanno le conferenze stampa senza poi seguire il progetto, be', allora non andremo mai da nessuna parte». Una raccomandazione che suona come un monito. Quando si parla di digitalizzazione, secondo Bugli gli obiettivi prioritari sono ben definiti. «Abbiamo bisogno di garantire la banda ultralarga a tutte le aziende e a tutte le famiglie, andando di territorio in territorio. Questa è un'infrastruttura essenziale, proprio come lo sono le strade».

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Infine ecco che arriva anche l'invito alla condivisione. O, per meglio dire, alla "razionalizzazione". «Parliamo di open data», conclude Bugli. «Chi ha la migliore procedura o il miglior software, ce la porti. Se è davvero così funzionale lo utilizzeremo, condividendolo». Difficile tenere il passo dell'innovazione tecnologica. Il ritmo di crescita è altissimo, tant'è che, come ha ricordato l'assessore, perfino la posta certificata «è roba vecchia, come la carta». Bugli assicura che la direzione è proprio quella di semplificare i servizi. «Dobbiamo avere una casa comune. Non possiamo pensare che il cittadino alla ricerca di qualche specifico servizio debba avere a disposizione un cane da tartufo». È per questo che la Regione ha creato Open Toscana. Un concetto, questo, ripreso e rafforzato anche da Laura Castellani, che per la Regione è responsabile dell'ufficio per la transizione al digitale. «Non dobbiamo pensare solo al nostro orticello», ha detto. «Occorre razionalizzare, anche nel rispetto della sicurezza dei dati. Dobbiamo inoltre utilizzare piattaforme comuni senza reinventare cose già fatte o sviluppate da altri. Sapete cosa accade in Estonia? C'è un solo luogo in cui sono raccolte tutte le banche dati delle pubbliche amministrazioni...».

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Dopo Lucca, Prato, Grosseto e Livorno, il tour di Toscana Digitale (gli incontri sono coordinati da Francesco Di Costanzo, presidente PA Social e direttore di cittadiniditwitter.it) riprenderà a settembre: prima Pistoia (7), poi Firenze (14), Arezzo (21) e Massa Carrara (28). A ottobre, dopo la tappa di Siena (5 ottobre), evento conclusivo all'Internet Festival di Pisa (12 ottobre).