Dalla mostra mercato del tartufo bianco al ruolo dell'associazione presiediuta da Valentino Berni fino all'importanza comunicare la tradizione tartufigena con un informazione sempre più attenta e corretta nei confronti dei consumatori, tanti i temi trattati all'interno dell'intervista mentre si attendono le piogge per fare un bilancio della raccolta di stagione.
Berni, qual è l’obbiettivo dell’Associazione?
L’Associazione si propone l’obbiettivo della tutela e del miglioramento delle tartufaie nel territorio. Nata nel 1982, oggi contiamo circa 350 associati. Lavoriamo costantemente per incrementare gli investimenti per la corretta coltivazione del tartufo, per incentivare la cultura del tartufo e stimolare i tartufai, vecchi e nuovi, ad intraprendere la tartuficoltura come hobby.
La Mostra Mercato del Tartufo Bianco è un mercato del prodotto oltre che un importante momento di divulgazione.
Certamente lo è da molti anni. E’ fondamentale fare cultura su questo tipo di prodotto sul quale non c’è ancora molta informazione, dove molti consumatori non riescono ad apprendere ancora la differenza tra i vari tartufi, e i suoi derivati sono pieni di prodotti di sintesi e scarsi di tartufo.
Qual è il messaggio che volete far passare al consumatore?
Nell’anno dedicato alla biodiversità vogliamo spingere il consumatore a conoscere, assaggiare, comprare un prodotto autoctono, geneticamente figlio di questo preciso ecosistema. Informarlo per tutelarlo.
Quali sono i pilastri per il mantenimento di questa “tradizione tartufigena” così importante nel senese?
L’uso sostenibile della pratica della tartuficoltura, si regge su tre pilastri: ambientale, economico e socioculturale. Per garantire l’esistenza delle nostre preziose tartufaie dobbiamo lavorare intensamente: perché il nostro tartufo è eccellente quanto raro, per questo è venduto a peso d’oro. Sulla scia, è nata anche una Cooperativa che lo trasforma e lo vende, con successo, negli store dedicati alle tipicità d’eccellenza. Se ne parlerà proprio in un convegno Sabato 12 Novembre, Castello di San Giovanni d’Asso (SI), sul progetto di ricerca FITAVA, relativo alla filiera del tartufo, dalla coltivazione alla commercializzazione.
Enogastronomia/ARTICOLO
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