Istituire un procedimento per la tracciabilità del tartufo, che dia certezze ai consumatori sulla sua provenienza. Questa la proposta avanzata oggi dal'assessore regionale all'agricoltura Marco Remaschi che è intervenuto agli stati generali del tartufo toscano a San Giovanni d'Asso, il borgo senese dove in questo weekend si tiene la Sagra del Tartufo Marzuolo delle Crete Senesi.
L'assessore Remaschi ha spiegato che "così come è avvenuto per tanti altri prodotti di alta qualità della nostra regione dobbiamo iniziare a studiare insieme il percorso per arrivare ad una Dop unica o una Igp che garantiscono la provenienza del prodotto e la sua genuinità" indicandoli come "i migliori strumenti per eliminare frodi e contraffazioni".
La Toscana conta numerose specie di tartufi, tra le quali le più note sono bianco, bianchetto e nero. Sei sono le zone riconosciute di provenienza (Casentino, Colline Sanminiatesi, Crete Senesi, Mugello, Valtiberina e Maremma Grossetana), con 11 associazioni di raccoglitori e circa 4 mila tartufai.
Il valore della produzione tartufigena in Toscana raggiunge i 10-12 milioni di euro. "La strada della Dop unica, magari divisa in sei sottozone, cioè quelle già riconosciute dalla Regione, è quella più affascinante" ha aggiunto il presidente dell'associazione Tartufai Senesi Paolo Valdambrini.