La Stefano Ricci spa ha rilevato dalla famiglia Pucci di Barsento l'Antico setificio fiorentino, un gioiello dell'artigianalità fiorentina nato nel 1786. Tra i principali obiettivi della nuova proprietà: garantire l'occupazione delle maestranze attuali e attivare corsi di tessitura sui telai a mano per gli studenti fiorentini. L'archivio storico verrà integrato da nuovi disegni realizzati da Ricci per la sua collezione di arredamento di interni. Sono dodici gli antichi telai tuttora in funzione (6 a mano e 6 meccanici, 3 sono in restauro), 11 gli addetti, di cui 10 donne, per una produzione che attualmente non supera i 4.000 metri di tessuto all'anno. Tra i lavori realizzati quelli per il Quirinale, il Cremlino, i palazzi reali di Stoccolma e Copenaghen, oltre che per alcune residenze private di Londra, Parigi e New York. Il futuro dell'Antico setificio è legato ora anche allo sviluppo della collezione Ricci: alcuni disegni dell'archivio potrebbero essere utilizzati per la linea di abbigliamento. Nei programmi anche l'acquisto di nuovi telai per realizzare disegni più complessi da usare per la cravatteria. "La nostra famiglia - spiega Niccolò Ricci, ad della Stefano Ricci - considera il rilancio del setificio un tributo, dovuto al grande personaggio che Emilio Pucci rappresentò agli albori della moda italiana. Un'operazione, questa, che fa parte dello stesso percorso con cui la mia famiglia desidera sviluppare il concetto di eccellenza fiorentina, consolidando il patrimonio di clienti del setificio e promuovendone lo sviluppo". Uno sviluppo che inizierà al prossimo Pitti Uomo (dal 15 al 18 giugno a Firenze), quando la Stefano Ricci presenterà una linea di maglieria arricchita da galloncini di seta realizzati dal setificio. "Stiamo lavorando - spiega infine Filippo Ricci, nuovo amministratore dell'Antico setificio - ad un progetto che consenta a studenti e turisti selezionati di poter ammirare dal vivo questo patrimonio fiorentino".